Latte ecofurbi

Rifiuti pericolosi ed emissioni in atmosfera illegali accertate da ARPAT su un’attività di produzione e verniciatura di aste per cornici a Gambassi Terme (FI): la caccia agli ecofurbi dà i primi frutti!

GLI ECOFURBI ALIMENTANO LA CONCORRENZA SLEALE

I tecnici del dipartimento ARPAT del circondario empolese stanno da tempo controllando il territorio, per verificare il rispetto delle norme ambientali da parte delle aziende del nostro settore. In questo modo l’Ente pubblico cerca di frenare tutti quei fenomeni elusivi che stanno creando una situazione di concorrenza sleale, a tutto svantaggio delle attività che, rispettando la legalità, devono lavorare con costi produttivi ben superiori a quelli degli ecofurbi.

RIFIUTI PERICOLOSI ED EMISSIONI IN ATMOSFERA

Gli ultimi accertamenti sono stati effettuati presso un’azienda di Gambassi Terme (Firenze), a seguito di denunce che segnalavano sostanze maleodoranti e rifiuti infiammabili sul piazzale.
È il secondo controllo che ARPAT ha effettuato presso lo stesso insediamento produttivo, dopo quello del febbraio 2015, nel quale furono rilevate irregolarità nella gestione di rifiuti e per le emissioni in atmosfera.
Dagli anni ‘90 al luglio 2018 in quell’immobile si sono avvicendate tre aziende, che hanno svolto la medesima attività, consistente nella produzione di aste verniciate per la realizzazione di cornici, con impiego di prodotti a base di solvente (diluente, induritore/catalizzatore, vernice), tutti classificati pericolosi secondo le relative schede di sicurezza.

DOVE SONO FINITI I RIFIUTI PERICOLOSI?

Sul piazzale esterno dell’insediamento sono stati rilevati ingenti quantitativi di rifiuti riconducibili all’attività di verniciatura, stimati in un volume complessivo di circa 150 metri cubi, di cui circa 130 classificati pericolosi. Si tratta di pezzi di cornici verniciate, fusti metallici schiacciati che avevano contenuto vernici, sacchi di polveri di scarto, morchie essiccate, tubi di aspirazione in plastica deteriorati, polveri di levigatura, morchie di vernici, solventi, contenitori di plastica, filtri a secco, depositati in cassoni, cisterna o big bag anche accumulati.
Il quantitativo di rifiuti è molto superiore al valore massimo ammissibile per il deposito temporaneo a piè di produzione (30 metri cubi, di cui massimo 10 pericolosi) stabilito dall’art.183 comma 1 lettera bb) del D.Lgs 152/2006. Inoltre, dal registro di carico e scarico dei rifiuti, nessun rifiuto pericoloso risulta sia stato allontanato nei tre mesi precedenti al controllo.
I big bag erano etichettati col simbolo di pericolo e depositati direttamente sul terreno del piazzale non pavimentato o su bancali, tanto che in alcuni punti erano visibili i segni di sversamento di prodotti vernicianti, già rilevati nel controllo del 2015.
Le varie tipologie di rifiuti erano inoltre stipate alla rinfusa all’interno dei big bag, ovvero non per categorie omogenee come previsto dall’art.183 comma 1 lettera bb) del D.Lgs 152/2006.
Alcuni quantitativi di rifiuti presenti sul piazzale sembravano riconducibili a quelli rilevati nel 2015, probabilmente riconfezionati in big bag.
Anche negli accertamenti del 2015, sempre sul piazzale dell’insediamento, fu rilevata la stessa tipologia di rifiuti speciali pericolosi stimati in circa 70 metri cubi, quantitativo anch’esso superiore al limite previsto dalla normativa per il deposito temporaneo.
A seguito degli accertamenti del 2015, il Comune aveva emesso ordinanze sindacali nei confronti del responsabile per la messa in sicurezza dei rifiuti giacenti sul piazzale e per la loro caratterizzazione e classificazione, nonché per le soluzioni da adottare in merito.

EMISSIONI IN ATMOSFERA SENZA AUTORIZZAZIONE

Come già rilevato nel controllo del 2015 anche in questo ultimo accertamento sono state rilevate irregolarità sulle emissioni in atmosfera riguardo alla mancanza di autorizzazione. L’esito degli accertamenti e le irregolarità rilevate da ARPAT sono state comunicate alle autorità competenti.

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