Finanziato “Green home”, un progetto per la certificazione dell’ecocompatibilità dell’arredamento toscano, realizzato con la consulenza dell’Istituto Ambiente Italia. CERTO e Professione Verniciatore hanno collaborato allo studio sui collanti e le vernici. Dopo anni caratterizzati da un progressivo declino d’immagine e una conseguente sofferenza sui mercati, il mobile toscano prova a giocare la carta del rilancio con un progetto triennale che, per la prima volta, coinvolge gran parte delle realtà produttive della regione: dai distretti di Cascina (Pisa), Quarrata (Pistoia) e Poggibonsi (Siena), fino all’area di Reggello (Firenze). Il progetto, inserito in un accordo di programma firmato da enti locali e Regione e finanziato con 6,5 miliardi (di cui 2,4 privati), punta a favorire l’innovazione e la formazione, con l’obiettivo di riorganizzare l’intera filiera produttiva. Cuore della strategia di rilancio è“Green home”, un marchio destinato a distinguere l’arredamento toscano ecocompatibile. “Il mobile “verde” per ora è un mercato di nicchia – ha spiegato Alessandro Giari, presidente di “Casa Toscana”, il consorzio nato per gestire l’accordo di programma ma ha grandi potenzialità che proprio questa regione, bisognosa di un’immagine nuova nel campo dell’arredamento e forte di una tradizione fatta di rispetto della natura e dell’ambiente, può sfruttare al meglio”. Per questo sono state selezionate una trentina di aziende che sperimenteranno la promozione sui mercati di una nuova linea di mobili realizzati tenendo conto dell’impatto ambientale globale. L’idea ricalca quella lanciata tre anni fa dal distretto di Poggibonsi, ma ampliata e perfezionata. Punto di arrivo, la creazione del marchio “verde” e la nascita di un Centro per la certificazione di qualità.
UN’ANALISI SCIENTIFICA
Il progetto Green Home si pone come obiettivo la realizzazione di un marchio ambientale da assegnare al mobile toscano, come segno distintivo di una tradizione affermata e di una serie di caratteristiche proprie del manufatto compatibili con la tutela dell’ambiente; grazie alla tendenza di alcuni mercati e alla crescente sensibilità dei consumatori verso quei mobili sempre più eco-compatibili (sensibilità sicuramente accentuata per gli aspetti che riguardano l’utilizzo del bene e quindi la garanzia di un ambiente abitativo sempre meno a rischio per la salute umana), il marchio ambientale che scaturirà dal Progetto dovrà essere motivo di distinzione per quelle aziende che decidono di puntare su quella che è ancora una nicchia del mercato del mobile, ma che evidenzia significativi margini di crescita. Per la realizzazione degli obiettivi di Green Home è stato preso come riferimento il Regolamento n° 880/92 (Ecolabel) e la metodologia che ne sta alla base (Life Cycle Analisys). Le informazioni necessarie vengono tratte dall’analisi del potenziale impatto ambientale prodotto dalla lavorazione delle materie prime (pannelli e legno massello), includendovi la lavorazione meccanica del supporto, l’eventuale trattamento verniciante e l’assemblaggio finale, risalendo le differenti filiere che fanno capo a ciascuna materia prima utilizzata. Le valutazioni sulla qualità ambientale di un mobile devono inoltre tenere conto anche della fase di distribuzione ed uso del manufatto, nonché del suo smaltimento finale. I tecnici del laboratorio CERTO e di “Professione Verniciatore” hanno fornito i dati e le informazioni necessarie per l’analisi dell’impatto ambientale causato dalle materie prime utilizzate per la formulazione di colle e vernici (resine, solventi ecc) sia in fase di produzione, sia in fase di utilizzo.
I FATTORI D’IMPATTO AMBIENTALE
Rifiuti-suolo – Nel processo di lavorazione si producono quantità di rifiuti che possono essere composti da sostanze nocive (acque della cabina di verniciatura, morchie) e quindi comportare una certa pericolosità ai fini dello smaltimento finale. La collocazione in discarica può rappresentare un potenziale effetto per la contaminazione delle acque e per l’occupazione di suolo. Il deposito di prodotti chimici, se non gestito in modo ottimale, potrebbe comportare una contaminazione del suolo.
Aria-emissioni – Le emissioni prodotte dalla lavorazione del legno provengono soprattutto dalla fase di verniciatura, nella quale l’utilizzo quasi esclusivo di prodotti a base di solvente dà luogo all’emissione in atmosfera di sostanze organiche volatili, contribuendo all’effetto serra ed allo smog fotochimico. Durante le fasi di lavorazione vengono anche prodotte polveri, che in genere sono convogliate e filtrate. Le problematiche che possono sorgere sono legate all’igiene degli ambienti interni di lavoro. L’effetto irritativo prodotto dalle polveri può essere responsabile di ostruzione bronchiale e di bronchite cronica per gli addetti.
Acqua-consumo – Il consumo di acqua rappresenta il depauperamento di una risorsa importante, anche se in genere le quantità per questo tipo di ciclo produttivo non sono elevate.
Scarichi idrici – Le sostanze contenute negli scarichi effettuati possono contribuire all’incremento del fenomeno eutrofizzante delle acque superficiali e in alcuni casi alla contaminazione per la presenza di colle e sostanze tossiche. Un buon sistema di depurazione e un’attenzione alle fasi dalle quali provengono tali scarichi, riduce di molto il pericolo di questi effetti ambientali.
Rumore – L’emissione di rumore e vibrazioni sonore possono arrecare disturbo agli abitanti nelle zone limitrofe del sito produttivo, con conseguenze sulla salute della popolazione. Energia – L’eccessivo consumo di energia, sia per l’acquisto dell’energia elettrica sia per l’utilizzo di combustibili, è causa di emissioni inquinanti generate dai sistemi di produzione energetica stessa, quali l’aumento della presenza di anidride carbonica (causa dell’effetto serra) e dei composti dello zolfo (causa della acidificazione delle piogge e quindi del depauperamento delle foreste). L’utilizzo di combustibili a minore contenuto di zolfo e l’efficienza dei sistemi di trasformazione (caldaie) permette un miglioramento delle condizioni dell’atmosfera anche a livello locale, con una riduzione delle emissioni di anidride solforosa, carbonio e ossidi di azoto.