Le prove che ogni verniciatore dovrebbe fare per misurare le prestazioni delle vernici, senza dover assumere tecnici o investire in costose attrezzature di laboratorio. Basta solo qualche semplice strumento e un po’ di buona volontà. Vediamo come usare il filmografo
Il filmografo: una prova “polivalente” ed economica
Con le prove che spiegheremo in queste pagine, si possono verificare diverse cose, anche se solo a livello comparativo e di controllo interno. Come sempre cercheremo, magari a scapito dell’esecuzione formale e normalizzata, di insegnarvi metodi facili, con poco impegno sia di tempo che di spesa, nella convinzione che sia meglio fare qualcosa in modo imperfetto piuttosto che non fare niente.
Le norme UNI a cui ci riferiamo (con le modifiche per semplificare ed accorpare) sono la UNI ISO 3905 e 3906 (“Potere coprente”) e la UNI 9600 (“Distendibilità”). Con queste prove si possono misurare la distensione e il potere coprente della vernice, ma anche, sempre comparativamente, il “fuori polvere”, il colore, il “metal marker” (una prova per vedere se un metallo strofinato su un pezzo verniciato lascia la macchia), la brillantezza, l’elasticità, e anche (con tanta approssimazione) la trasparenza.
Mezzi occorrenti per eseguire la prova
Servono dei cartoncini normalizzati bianco/neri ed una racla per prove di distensione (“filmografo rigato”), oppure un mandrino da 100/150.
Costo degli strumenti
I cartoncini costano meno di un euro ciascuno, mentre un filmografo o un mandrino costano intorno ai 100 euro.
Come si esegue la prova
Avendo a che fare con dei verniciatori, non ci dilungheremo su come preparare la vernice, quindi passeremo direttamente alla sua applicazione. Appoggiate il cartoncino normalizzato su una superficie perfettamente piana e colate un po’ di vernice nella parte estrema bianca. Accostate il mandrino o il filmografo subito al di sopra della vernice e stendetela esercitando poca pressione (se usate un filmografo, un po’ di più se usate un mandrino). La vernice deve essere quel tanto che basta per arrivare a bagnare almeno metà della parte nera del cartoncino. Ora si comincia ad analizzare quello che é stato fatto. La prima valutazione riguarda la distensione, che va fatta subito e si deve tenere sotto controllo fino a “fuori polvere” avvenuto: se avete preso il tempo nel momento in cui avete finito l’applicazione (cioé quando non appiccica più il dito), potrete confrontarlo con la prossima partita di vernice, sempre se si lavora in un ambiente con temperatura costante. Tornando alla distensione, se le righine che si vedevano al momento dell’applicazione sono sparite tutte fino al bordo estremo della parte nera del cartoncino, il prodotto distende bene: più si vedono le righine che il mandrino o il filmografo hanno lasciato, meno il prodotto si distende. Il potere coprente, si vede dalla differenza del colore nel punto dove finisce il bianco e comincia il nero. Questa prova ovviamente si fa su prodotti pigmentati. Se la copertura è buona la differenza di colore tra la vernice applicata sulla parte nera e quella applicata sulla parte bianca deve essere impercettibile; se la vernice è trasparente, si può vedere il grado di trasparenza guardando la differenza tra la parte verniciata e quella naturale del cartoncino. Colore e brillantezza si vedono confrontando due cartoncini fatti con lo stesso strumento, ma con due lotti diversi di prodotto. Attenzione, il confronto va fatto tra applicazioni fatte in breve tempo (2/3 mesi), perché anche se tenute al buio molte finiture cambiano colore, quindi sarebbe preferibile serbare un po’ di prodotto liquido e rifare l’applicazione, nuovo e vecchio, lo stesso giorno. Per provare l’elasticità ed il “metal marKer“ bisogna attendere minimo 3-4 giorni, per avere la certezza dell’essiccazione completa. La prova del “metal marker” si fa sfregando un anello d’oro sulla vernice: se non lascia segni colorati non c’è difetto, più la macchia è evidente e maggiore sarà il difetto. L’elasticità è una prova molto mirata e soggettiva, dipende dal tipo di vernice e per cosa viene usata: l’ideale è farla solo comparativamente e dopo tante prove.
Da non scordare
Per tenere come campione una vernice di cui si conosce l’efficacia, si prova ad accostare il cartoncino su un cilindro da 60mm (un tubo): se non si rompe si passa ad uno da 50 mm e così via, fin quando la vernice, ritenuta buona, non
_____________Nelle puntate precedenti:_____________
- – La viscosità
- – Il picnometro e la densità 3 – Il residuo secco
- – Il “pot-life”
- – Il grindometro e la macinazione