Cosa succede ai prezzi delle vernici in tempo di Coronavirus? Nelle rilevazioni marzo non si vedono ancora segnali sulle materie prime, nonostante i costanti cali del prezzo del petrolio
Il tema che sta attualmente monopolizzando l’economia mondiale è legato alla Cina ed è indubbio che tutte le attività produttive e commerciali, guardino con preoccupata attenzione a quello che sta succedendo in Estremo Oriente e alle possibili conseguenze.
Nelle macchine da legno la Cina riveste sicuramente un ruolo di primo piano, dal momento che stiamo parlando del terzo produttore mondiale, alle spalle di Germania e Italia.
Parlando di relazioni commerciali dobbiamo comunque dire che il nostro Paese e l’Europa in generale vivono maggiormente di interscambi interni, un elemento a cui si aggiunge che il primo mercato di destinazione rimangono gli Stati Uniti.
Eccoci dunque a fare i conti con un altro elemento che rende lo scenario internazionale piuttosto instabile, ma al contempo sentiamo di operare in un’economia forte, supportata da stabili relazioni internazionali che si manterranno nel tempo: siamo certi che, se la domanda di beni lo permetterà, si potrà superare già nel breve periodo il rimbalzo economico negativo dell’ultima stagione.
IL CONTESTO MACROECONOMICO
Rispetto a due anni fa l’instabilità politica è sicuramente aumentata e alcuni fattori esogeni, non necessariamente legati a indicatori economici, stanno influenzando le transazioni internazionali. I dati a livello globale, tuttavia, mostrano ancora una crescita mondiale del Pil pari al 3 per cento, mentre la zona Euro non va aldilà di un risicato 1,3 per cento. Le due economie della tecnologia del legno, Germania e Italia, hanno chiuso un 2019 deludente: la Germania è cresciuta di un modesto 0,5 per cento, mentre l’economia italiana ha fatto segnare uno zero, il peggior risultato “post crisi”.
Una nota positiva per quanto riguarda il nostro Paese è sicuramente il mantenimento della maggior parte delle agevolazioni e dei finanziamenti a favore dell’“Industria 4.0”.
LE TECNOLOGIE PER IL LEGNO
Nel comparto delle tecnologie del legno i “core business” dell’industria italiana sono la seconda lavorazione del pannello e le tecnologie per la finitura. E’ nella nostra capacità di trasformare risorse di cui non disponiamo che si esprime la genialità dell’imprenditore nazionale, così come nel gusto, nella qualità delle superfici: non a caso siamo il Paese del bello, della qualità, dello stile, di un design nel quale vantiamo un primato che il mondo ci invidia. Un’industria, quella delle tecnologie per il legno, che in Italia conta 250 imprese, di cui 150 associate ad Acimall; 9mila addetti e un fatturato tornato sopra i 2 miliardi di euro, di cui oltre il 75 per cento destinato alla esportazione.
E’ questo il tessuto economico che si colloca nella offerta mondiale ed europea di tecnologie per il legno, che ci vede insieme alla Germania nelle prime posizioni, rispettivamente con il 30 e il 42 per cento della produzione europea.
Per quanto riguarda il nostro Paese gli ultimi dati disponibili sono i preconsuntivi 2019, secondo i quali l’industria italiana delle macchine per il legno ha raggiunto una produzione pari a 2,4 miliardi di euro, il 6 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Meglio le esportazioni, che hanno segnato una flessione del 3 per cento, con un valore pari a 1,7 miliardi di euro.
Calano del 13 per cento anche le importazioni (225 milioni di euro) ed è in diminuzione anche la dinamica del mercato interno (690 milioni di euro, meno 13 per cento sul 2018).