prezzi la situazione peggiora

Il peggioramento della situazione economica per ora non incide sui prezzi delle vernici

 Come sta andando la produzione industriale

La produzione industriale italiana, secondo il CSC (Centro studi Confindustria) è stimata in aumento nel primo trimestre 2019 (+1,1% congiunturale, dopo il – 0,9% nel precedente), grazie alla dinamica positiva registrata in gennaio e febbraio. Il calo rilevato in marzo e aprile riporta però in territorio negativo la variazione acquisita nel secondo trimestre (-0,9%).
La dinamica dell’attività nei primi mesi dell’anno è spiegata in gran parte da fattori temporanei, soprattutto la ricostituzione delle scorte, che tenderanno a rientrare nei mesi primaverili. La domanda interna è ancora debole, mentre quella estera stenta a ripartire. Le indagini qualitative condotte presso gli imprenditori manifatturieri e presso le famiglie confermano un quadro sostanzialmente debole e con prospettive non favorevoli.

Il petrolio cresce, ma i prezzi delle vernici rimangono stabili, per la debolezza delle domanda

La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in aprile dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2018; in marzo è stimata scendere dell’1,5% annuo.
Gli ordini in volume diminuiscono in aprile dello 0,3% su marzo (-1,2% su aprile 2018), quando sono aumentati dello 0,1% su febbraio (-2,7% annuo).
La recente dinamica della produzione industriale è coerente con le informazioni qualitative rilevate dall’ISTAT presso le imprese manifatturiere: il clima di fiducia ha continuato a diminuire in aprile (settimo calo consecutivo, minimo da quattro anni); in particolare, negli ultimi due mesi i giudizi sui livelli di produzione sono peggiorati e, contestualmente, le scorte sono state giudicate in calo. Anche tra le famiglie la fiducia è tornata a scendere negli ultimi tre mesi, raggiungendo i minimi dall’estate 2017, per il peggioramento di tutte le principali componenti dell’indice.
Il contesto economico è ancora fragile, caratterizzato da una domanda debole, specie nella componente interna (che conta per circa due terzi della produzione totale). In prospettiva gli indicatori anticipatori (ordini, fiducia, attese) non lasciano intravedere significative svolte.

L’Italia è in stallo

Gli investimenti sono attesi in calo, i consumi sono deboli e con prospettive incerte. I mercati finanziari restano calmi, ma il credito è in diminuzione e il petrolio più caro.
Le esportazioni italiane non sono brillanti, a riflesso della frenata del commercio mondiale, dovuta a dazi e incertezza.
L’Eurozona è in decelerazione nonostante la BCE espansiva, rallentano anche gli USA, ma la Cina evita la frenata brusca.
Il commercio è frenato da dazi e incertezza, per cui segnali di debolezza arrivano dagli ordini esteri del PMI globale (49,4 a marzo). Ciò anche a causa delle conseguenze delle politiche protezionistiche: l’indice di incertezza globale è vicino ai massimi, con rischi al ribasso per l’economia.
Il PIL italiano nei primi mesi del 2019, come atteso, ha smesso di ridursi. Ma lo scenario a inizio 2° trimestre resta fragile e incerto. A gennaio-febbraio la produzione industriale è risalita, recuperando dal crollo di fine 2018, ma in gran parte per ricostituzione di scorte, facendo presagire una nuova flessione a breve. Anche il fatturato è risalito (+0,2% a febbraio), specie grazie ai beni strumentali. Preoccupa, però, il calo degli ordini industriali (-2,7%), soprattutto esteri. E a marzo il PMI è sceso ancora nella manifattura, in zona contrazione (47,4), pur salendo nei servizi.

Esportazioni non brillanti

Le vendite italiane di beni sono scese a febbraio (-1,2% in volume), dopo il rimbalzo di gennaio. Al di là delle fluttuazioni, l’andamento finora è quasi piatto. In calo l’export verso vari mercati extra-UE (Turchia, Medio Oriente, America del Sud) e in alcuni paesi UE (Polonia, Spagna). In accelerazione invece verso Svizzera, Regno Unito, Giappone. Le prospettive per i mesi primaverili sono fiacche, secondo gli indicatori sugli ordini manifatturieri esteri. Pesa l’indebolimento degli scambi mondiali e, in particolare, della domanda di prodotti italiani in Germania e Turchia.

Scenario negativo per gli investimenti

Gli indicatori fanno prevedere una minor spesa per capitale fisso nel 2019. Nel 1° trimestre le condizioni per investire sono risultate negative, anche se meno che a fine 2018 (indagine Banca d’Italia); per il 2° trimestre è atteso un peggioramento delle condizioni in cui operano le aziende.
In aprile, la fiducia degli imprenditori si è appiattita su livelli molto bassi (continuando a calare nella manifattura) e gli ordini interni per i produttori di beni strumentali sono fermi su valori ridotti, sebbene la loro produzione abbia parzialmente recuperato a inizio 2019.

Variazione costi materie prime e dei prezzi delle vernici

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