Produzione in calo del 10% nel 2020, nel 2021 previsto un incremento del 5%
Secondo il report realizzato dal Gruppo 24 ORE in collaborazione con l’Area Studi Mediobanca, la produzione mondiale di arredi domestici e professionali è stata nel 2020 di 481 miliardi di euro, in calo di circa il 10%.
L’Italia, insieme alla Germania, è il quarto produttore, con vendite per 22,8 miliardi, preceduta da Cina, USA e India.
Il nostro Paese è il terzo esportatore mondiale, con una quota di mercato del 6,2%, dietro a Cina (36,4%) e Germania (7,5%).
Sommando tutta la filiera legno-arredo-illuminazione (dalla lavorazione della materia prima fino al negoziante che vende al consumatore), la graduatoria dei cinque maggiori produttori europei vede in testa la Germania con 73,8 miliardi di euro, davanti all’Italia che segue con 42 miliardi e che a sua volta precede la Francia a 33,5 miliardi.
L’Italia è al secondo posto in Europa per volume delle esportazioni, con una quota del 16,5% (11,3 miliardi di euro) sul totale esportato dall’Unione (68,4 miliardi), preceduta dalla Germania con il 19%, pari a circa 13 miliardi di euro, e davanti alla Polonia con il 15,7%, pari a 10,7 miliardi.
L’Italia è il primo esportatore europeo verso Paesi extra UE con il 27,9% del totale, davanti alla Germania al 21,5%.
Nonostante il momento di incertezza globale, il report fornisce qualche ipotesi sulle conseguenze della pandemia.
Lo studio si basa sui bilanci degli ultimi 5 anni delle società quotate e non quotate, analizzandone le prestazioni, le delocalizzazioni, le dinamiche commerciali e l’affidabilità creditizia, esaminando per ogni azienda marginalità, generazione o distruzione di valore, redditività del capitale, investimenti, produttività, costo del lavoro.
Le aziende italiane
Nel settore arredo e illuminazione l’Italia conta 428 imprese con fatturato superiore a 10 milioni di euro, che hanno sviluppato vendite pari a 18,6 miliardi di euro impiegando oltre 72,5mila dipendenti.
Prevalgono le medie imprese a controllo italiano, con vendite per 7,3 miliardi (39,1%) e quelle medio-grandi, sempre a controllo italiano, che fatturano ulteriori 7,4 miliardi (39,8%).
Le produzioni di alta gamma hanno realizzato vendite per 3,8 miliardi (20,4% del totale). Le piccole imprese a controllo italiano hanno fatturato 2,7 miliardi di vendite, pari al 14,6% del totale.
Nel 2018 le cinque migliori aziende italiane sono state: Saviola Holding (legno e derivati) con 606,8 €mln, Inca Properties (Friul Intagli, mobili domestici) a 591,1 €mln, Natuzzi (poltrone e divani) a 428,5 €mln, Molteni (mobili) a 334,3 €mln e Fantoni (Novolegno, legno e derivati) a 331,2 €mln.
La lavorazione del prodotto grezzo e la produzione dei semilavorati realizza vendite per 3,9 miliardi.
Nella produzione di arredi, il settore più rappresentativo comprende sedie, tavoli e accessori, con 3,7 miliardi. Seguono i contractor con 2,8 miliardi, i produttori di illuminazione con 2,1 miliardi e le cucine e gli imbottiti, entrambi a 2 miliardi.
L’insieme dei prodotti da soggiorno e notte, comprese le camere per adolescenti, è appena sotto con 1,9 miliardi, mentre appare più contenuto il giro d’affari riferibile ai puri produttori di arredo bagno, limitato a 256 milioni.
Uno sguardo al futuro
A livello mondiale il 2020 si è chiuso con una contrazione del 10% circa, con un giro d’affari pari a circa 430 miliardi di euro, che corrisponde alla dimensione del settore nel biennio 2015-2016.
La ripresa e il riallineamento ai tassi di lungo periodo per gli anni a seguire porterebbero il fatturato a 485 miliardi nel 2022 (all’incirca il livello del 2019) e a 555 miliardi nel 2026, quasi sessanta miliardi sotto il livello atteso prima della pandemia.
Anche in Italia la riduzione della produzione del comparto è stata intorno al 10%, influenzata principalmente (per il 60% del totale) dal calo delle esportazioni.
Per guidare il rilancio, le aziende del settore hanno lanciato una serie di iniziative legate a innovazione, sostenibilità ambientale, rinnovamento dell’immagine aziendale e piani per affrontare nuovi mercati e settori.
Con gli strumenti adeguati e con le giuste priorità, il settore riuscirà a superare anche questa crisi, confermando la propria competitività internazionale.
Le previsioni di ripresa del mercato per il 2021 potrebbero infatti essere proprio trainate dalle vendite estere, con un possibile +5%.
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