Metafore futuro

Gianluigi Bianco si è laureato con una tesi che mette a confronto l’impatto ambientale globale di un impregnante all’acqua e di uno al solvente. Il lavoro é stato seguito dalla correlatrice Francesca Arena e tiene conto dell’intero ciclo produttivo e applicativo dei prodotti

PRESENTAZIONE

Se col termine “organizzazione” intendiamo “gruppo, società, azienda, impresa, ente o istituzione, ovvero loro parti o combinazioni, associata o meno, pubblica o privata, che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa” (UNI EN ISO 14001 – 1996) possiamo certamente affermare che un numero sempre crescente di organizzazioni è interessato a raggiungere e a dimostrare un comportamento di attenzione nei confronti dell’ambiente, verificando l’impatto che su di esso hanno le attività, i prodotti e i servizi, adottando una politica ambientale e ponendosi degli obiettivi di salvaguardia ambientale. Il contesto è quello di una legislazione sempre più severa, di una politica economica orientata a stimolare la protezione del sistema in cui viviamo e di una diffusa e crescente coscienza d’interesse alle problematiche ambientali. Il Sistema di Gestione Ambientale (“Environmental Management System”) proposto dalle norme internazionali della serie ISO 14000 ha lo scopo di fornire i fondamenti di un sistema efficace che, integrato con le altre esigenze di gestione, aiuti le organizzazioni a raggiungere i propri obiettivi ambientali compatibilmente con quelli economici. La serie di norme ISO 14000 è stata sviluppata all’interno della International Organisation for Standardisation con lo scopo di promuovere un approccio comune nella gestione dell’ambiente e di aumentare la capacità delle organizzazioni nell’ottenere e misurare i miglioramenti della propria performance ambientale. Della famiglia delle ISO 14000 fanno parte le ISO 14040 che si occupano dell’analisi del ciclo di vita del prodotto (“Life Cycle Assessment”), un procedimento attraverso il quale si vogliono quantificare i carichi ambientali e gli effetti ambientali associati con ogni attività connessa ad un prodotto, dall’estrazione delle materie prime al ritorno di ogni residuo del prodotto stesso all’ambiente (analisi dalla culla alla tomba – “craddle to grave analysis”). Lo scopo di questo lavoro è applicare i criteri delle ISO 14040 in modo da confrontare, con una precisa metodologia, due prodotti di una stessa azienda messi in commercio per un medesimo utilizzo: la verniciatura del legno per esterni. I prodotti paragonati sono un impregnante al solvente e uno all’acqua. Nell’ultimo decennio si è avvertita sempre più una maggiore richiesta di prodotti vernicianti all’acqua per legno, basata soprattutto su motivazioni di tipo ambientale. Le vernici all’acqua per la protezione di legni posti all’esterno, hanno mostrato negli anni, con l’evoluzione e la ricerca, prestazioni migliori rispetto alle vernici tradizionali a solvente. L’Italia è il maggiore produttore europeo di vernici con 150.000 tonnellate all’anno, stimate con una recente indagine, che rappresenta un terzo della produzione globale dell’Unione Europea. Un 80% è destinato al settore del mobile, mentre il restante 20% è destinato al legno per utilizzo in esterni. Considerando i prodotti vernicianti all’acqua, si nota subito una differenza sostanziale tra il settore del mobile e quello dei serramenti. Le vernici all’acqua impiegate per i serramenti superano infatti il 70% del totale, e sono in costante crescita, mentre nel settore del mobile non raggiungono il 2% come quota di mercato. Questa differenza è spiegabile dal fatto che nella protezione del legno per esterni, si guarda soprattutto alla durata del serramento, al fatto che mantenga per il maggior tempo possibile inalterate le sue caratteristiche iniziali e meno a quello che può essere l’aspetto estetico e le qualità tecniche, che nei prodotti all’acqua sono inferiori rispetto ai tradizionali prodotti al solvente. Oltre agli impatti ambientali, in questo studio sono state fatte delle considerazioni anche sui costi e sui rischi, confrontando le diverse modalità di produzione dei due prodotti in esame. Sebbene possa sembrare a prima vista scontato il maggior impatto ambientale della vernice al solvente (visto il maggior carico inquinante dello stesso rispetto all’acqua), l’applicazione della metodologia del LCA ha permesso di giungere a conclusioni, anche inaspettate, basate su dati oggettivi. Si è potuto così effettuare un confronto quantitativo degli aspetti ambientali associati ai due casi in esame, con una congiunta analisi delle opportunità di miglioramento dei processi e dei prodotti stessi.

CONCLUSIONI

Alla fine di questo studio sul life cycle assessment di due impregnanti per la verniciatura del legno per esterni, possiamo trarre alcune conclusioni. E’ necessario comunque essere consapevoli del fatto che, per effettuare una ricerca secondo le precise indicazioni delle norme ISO 14040, questo lavoro andrebbe ulteriormente approfondito. Infatti, da un lato sarebbero stati necessari dati più numerosi e precisi e dall’altro è stato molto difficile recepire anche solo quelli indispensabili, a causa della non abitudine delle aziende ad effettuare registrazioni sui dati di processo, attitudine questa dovuta in parte all’atteggiamento reattivo nei confronti delle problematiche ambientali ancora troppo legato alle prescrizioni di legge e non del tutto proiettato verso il miglioramento continuo. In ogni caso possiamo affermare che, dal punto di vista degli impatti ambientali:

  • la fase più rilevante per l’impregnante all’acqua è quella del trasporto;

  • la fase più rilevante per l’impregnante al solvente è quella dell’utilizzo finale;

  • dal punto di vista del consumo energetico, globalmente si utilizza più energia per produrre l’impregnante all’acqua.

Sevolessimo rendere in percentuale i risultati ottenuti potremmo dire che, nel rapportare il tutto all’unità funzionale considerata (kg/m2):
per le emissioni dovute al trasporto (CO, CO2, VOC, NOx, ecc.), l’impregnante all’acqua ha un impatto superiore a quello a solvente pari al 260%;
per il consumo energetico, l’impregnante all’acqua ha un impatto superiore a quello a solvente pari al 140%;
per le emissioni di solventi in atmosfera, l’impregnante a solvente ha un impatto superiore all’impregnante all’acqua pari al 400% .

E’ quindi difficile raggiungere una conclusione univoca, soprattutto se consideriamo che sono state trascurate alcune fasi del ciclo di vita (prima tra tutte la realizzazione delle materie prime e il trattamento dei rifiuti) e che alcune delle assunzioni fatte sono state il frutto di scelte soggettive. Certo rimane come dato, forse più rilevante tra tutti, la gran differenza nel consumo e nell’emissione in atmosfera di solventi tra i due impregnanti considerati. Inoltre, le emissioni del trasporto e il consumo energetico hanno dei valori molto elevati per l’impregnante all’acqua a causa soprattutto della lontananza del fornitore dell’emulsione acrilica (fornitore che potrebbe essere sostituito con uno più vicino se la tecnologia produttiva lo consentisse). Possiamo così concludere che l’impregnante all’acqua crea meno problemi ambientali dell’impregnante al solvente. Prendendo infine in considerazione anche gli aspetti legati alla sicurezza, quello all’acqua rimane senza dubbio l’impregnante da preferire sia per la riduzione del rischio d’incendio, sia per la riduzione dei solventi respirabili dagli operatori, nella fase di produzione come nella fase di applicazione dei prodotti. Ci si auspica che l’azienda monitorata possa implementare questo studio, così da rendere, attraverso processi iterativi e nell’ottica del miglioramento continuo, i prodotti e i processi sempre più compatibili con l’ambiente che ci circonda.

CURRICULUM VITAE

Gianluigi Bianco è nato il 27/11/1971 a Portogruaro (VE), è celibe, ha conseguito il diploma di maturità scientifica al “Liceo XXV Aprile” di Portogruaro (VE), con votazione 58/60 e si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università degli Studi di Padova, con una Tesi sul “Life Cycle Assessment nei sistemi di gestione ambientale; il caso di vernici per legno all’acqua e al solvente”.
Ha una buona conoscenza del francese scritto e parlato (otto anni complessivi di studio alle scuole medie e superiori) e una discreta padronanza dell’inglese scritto e parlato (soggiorno studio a Lincoln in Inghilterra con la Nord Anglia International).
Conosce i sistemi operativi MSDos, Windows 95/98 e i sistemi applicativi Word, Excel, Access, PowerPoint, Microsoft Outlook, Internet Explorer, Outlook Express.
Grazie all’esperienza di 8 anni come educatore scout nell’Agesci (con ruoli anche di tipo formativo e di quadro) ha acquisito sia una buona capacità di lavoro d’equipe, sia una forte volontà nel migliorare l’efficacia e l’efficienza di qualsiasi lavoro in atto. Ha assolto agli obblighi di leva ed è al primo impiego, per cui le sue conoscenze sono attualmente teoriche, ma nutre un particolare interesse per i settori che riguardano l’Ambiente, la Sicurezza e la Qualità.