Gli estrattivi del Meranti

Quando si sceglie un ciclo di verniciatura bisogna leggere con attenzione le schede tecniche dei prodotti, che a volte sono trascurate anche dai venditori. Gli estrattivi del Meranti e di altre specie legnose possono creare molti problemi, ben noti ai produttori di vernici, anche se non tutti lo scrivono nella scheda

 

Egr. Direttore,
abbiamo un problema nella verniciatura di serramenti in Meranti lamellare “Dark red”. Alcuni infissi presentavano una normale variazione di colorazione su montanti traversi (dal rosa al grigio al giallo) che il costruttore segnala come caratteristica tipica di questa specie legnosa. Per fare un ciclo di laccatura per esterni in tinta bianco opaco, il tecnico della ditta che fornisce le vernici ci ha consigliato di applicare i seguenti prodotti a base acqua:
– una prima mano di impregnante neutro per latifoglie;
– una seconda mano di fondo bianco per esterno;
– una terza mano di finitura all’acqua bianca opaca per esterni.
Abbiamo applicato una mano di impregnante e due mani di fondo bianco, ma dopo 48 ore ci troviamo nella sgradita situazione di avere delle parti di montanti e/o traversi di colore giallognolo. Si evidenzia, in alcune parti di serramento, che il fondo bianco risulta di ottima copertura mentre, in altre parti, si vede un effetto marcato di colore tra il giallo e il grigio. Sembrerebbe che, sia l’impregnante che il fondo bianco, non abbiano isolato, pur avendo applicato due mani di fondo coprente di colore bianco; addirittura notiamo delle parti di colorazione diverse dal bianco che si dovrebbe avere. Ci troviamo di fronte al rischio di terminare il ciclo di verniciatura, seguendo il ciclo consigliato dalla casa produttrice, ed avere poi la sorpresa, dopo il montaggio dei serramenti, di un reclamo da parte del cliente per colorazione non omogenea. Attendiamo un vostro suggerimento al fine di verificare e poter eventualmente modificare il ciclo di verniciatura ancora in fase di ultimazione.
Cordiali saluti

Lettera firmata

TUTTI I LEGNI CONTENGONO ESTRATTIVI

Il ciclo applicato dal lettore sarebbe, in linea di massima, corretto, ma è sicuramente rischioso; può andar bene per 100 volte, ma se si creano condizioni particolari (e ricordiamo che ogni partita di legno è particolare) nascono i difetti, tanto più inattesi quanto meno sono frequenti. Un ciclo più adatto al caso in questione, richiederebbe innanzitutto, invece del generico impregnante neutro per latifoglie usato dal lettore, un impregnante specifico per laccature, con un residuo secco maggiore del 40% e ricco di additivi che bloccano le migrazioni di estrattivi (tannino, ecc).
A volte i fornitori consigliano cicli “universali”, senza tener conto che gli estrattivi non sono presenti soltanto nel castagno (ricco di tannino) o in altre specie di cui ormai ben si conoscono le caratteristiche: tutti i tipi di legno contengono estrattivi, in quantità minore o maggiore, ed è per questo che, in particolare per i cicli laccati, esistono prodotti specifici, che evitano l’insorgenza di difetti di copertura, tanto più insidiosi quanto più sono rari.
In particolare per il meranti, che come è noto si divide in tante specie, tutte differenti l’una dall’altra, nelle schede tecniche dei prodotti vernicianti si suggerisce sempre una prova preliminare, dalla quale spesso scaturisce la necessità di aggiungere anche una percentuale ulteriore di additivo antitannino. La quantità di estrattivi in questo caso gioca un ruolo fondamentale e non è il caso di aspettare che i serramenti diventino di tutti i colori, tranne che il bianco, per rendersene conto.

LA SCHEDA TECNICA VIENE LETTA?

Il lettore ci ha inviato la scheda tecnica del prodotto utilizzato (vedi in fondo all’articolo), in cui si evidenzia che tra i legni sconsigliati è presente proprio il meranti: il lettore aveva letto la scheda? Ma soprattutto l’avrà letta il venditore che ha consigliato il ciclo? I dubbi in questo caso sono leciti, perché dalla lettera sembra che, come spesso accade, la lettura della scheda sia ben poco praticata!
Una prova semplice e pratica si può fare buttando in acqua un piccolo pezzo di scarto di legno; dopo 4-5 ore, prima, e poi dopo 24 ore, il pezzo deve essere estratto dall’acqua, per vedere cosa è cambiato. Anche lo smalto impiegato non resiste alla fuoriuscita di sostanze dal legno, quindi di solito si suggerisce l’uso di particolari additivi antitannino, proprio per evitare le decolorazioni segnalate dal lettore.
Un buon sistema che tutela il serramentista da eventuali contestazioni da parte dell’acquirente finale, è quello di stabilire, con la definizione di una specifica tecnica, il livello di difetto accettabile su ogni commessa; quando infatti si parla di “difetti” riferiti al legno, bisogna ben specificare i limiti entro i quali si può valutare la qualità del manufatto. Anche quando si lavora con materiali selezionati, impiegando strumenti e cicli produttivi adeguati, non si ottengono i risultati costanti tipici dei materiali ferrosi o plastici, a causa delle ben note caratteristiche estetiche e strutturali che differenziano non solo ogni specie legnosa, ma addirittura ogni partita di legname all’interno della stessa specie. Questa diversità è proprio ciò che dà maggior pregio al materiale legnoso, rispetto agli altri supporti utilizzato nel settore dei serramenti, sulla base del principio che attribuisce maggior valore a tutto ciò che essendo naturale non è mai replicabile in modo identico: si tratta in fondo dello stesso principio per cui accettiamo, e diamo valore, alla diversità degli individui umani, in cui piccole imperfezioni (“difetti”) aumentano il loro fascino (si pensi allo “strabismo di Venere” o ai nei, che venivano applicati artificialmente dalle dame settecentesche).
Ecco perché è importante specificare l’accettabilità di quei “difetti”, che naturalmente non devono compromettere la funzionalità e la durata nel tempo della finestra (e qui cessa l’analogia con gli esseri umani, almeno finchè non diventano oggetto di transazioni commerciali…).
La tabella riportata qui sotto, definisce il livello dei difetti sul materiale considerato accettabile da un nostro abbonato (la società Danese), che citiamo come esempio per tutti i lettori. Il consiglio finale comunque è sempre lo stesso: leggere le schede tecniche è un passatempo noioso, ma spesso evita molte rogne.

Pierluigi Offredi

LA QUALITÀ DEL LEGNO (SPECIFICHE ADOTTATE DALLA SOCIETA’ DANESE)

Il termine difetto, riferito alla materia legno, deve essere interpretato; benché selezionato e lavorato con tecniche evolute, il legno infatti non sarà mai un prodotto industriale in senso stretto, ma soggetto sempre ad una certa variabilità di caratteristiche estetiche e strutturali (“difetti”) proprie di ogni specie legnosa. Queste caratteristiche, salvo particolari accordi, non sono da considerare difetti, a patto che non compromettano la destinazione d’uso, la funzionalità e la sicurezza della finestra. La tabella presenta il livello dei difetti sul materiale stabilito accettabile da Danese, che corrisponde circa alla classe J30 della norma europea UNI EN 942 alla quale si rimanda per ulteriori dettagli.

NOTE ALLA TABELLA

Tutte le caratteristiche sono riferite alla facce visibili; per le facce non visibili non ci sono limiti, purché non sussista un degrado delle proprietà meccaniche e di applicazione dei prodotti.
+ Caratteristica moderatamente presente
++ Caratteristica sicuramente presente

 

SCHEDE TECNICHE DEL FONDO E DELLO SMALTO DI FINITURA ALL’ACQUA PER ESTERNI  UTILIZZATI DAL LETTORE
SMALTO DI FINITURA ALL’ACQUA BIANCO OPACO

Lo smalto XXXXX è una vernice all’acqua completamente inodore, sviluppata per la verniciatura di manufatti destinati all’esterno, quali serramenti, scuri, persiane e portoni definiti “stabili dimensionalmente”. E’ una finitura a spessore dotata di eccellenti caratteristiche di elasticità, resistenza alle intemperie ed al blocking, basso contenuto di solventi ed ottima tenuta in verticale. Il supporto verniciato risulterà essere morbido al tatto, resistente al graffio e richiederà una minima manutenzione nel tempo. Non contiene biocidi. Disponibile nella versione satinata 40 gloss.

Legni particolarmente indicati

Abete, hemlock.

Legni sconsigliati

Pino, pino di Svezia, pino giallo, douglas, larice, cedro canadese, iroko, rovere, cedrella, meranti, niangon, frassino, teak.

Ciclo con impregnante di fondo

Applicare direttamente sopra l’impregnante di fondo completamente essiccato, oppure spazzolare il supporto con spazzola grana 120 (per impregnanti all’acqua) o con grana 180 (per impregnante al solvente). Apportare eventuali stuccature e rasare. Verificare sempre la perfetta essiccazione del supporto impregnato, in quanto le eventuali tracce di solvente ancora presente potrebbero danneggiare la pellicola di finitura sovrapplicata, per cui si creerebbero imperfezioni e scarso aggrappaggio del film sul manufatto, con conseguente decadimento delle caratteristiche di resistenza all’esterno del supporto verniciato.

Ciclo con fondo bianco

Applicare 150 micron di fondo bianco su impregnante, preventivamente carteggiato con carta di grana 180/220. Dopo la carteggiatura del fondo si può procedere all’applicazione dello smalto di finitura, in una o due mani, per un totale di almeno 300 micron. Questo ciclo è valido esclusivamente per essenze quali abete ed hemlock.

Avvertenze

Per la verniciatura di conifere che non siano abete e hemlock, si consiglia di trattare preventivamente il supporto con isolante catalizzato e diluito al 30%.
Si raccomanda di carteggiare bene l’isolante con carta 280; fare attenzione a non asportare troppo il film in quanto, mancando l’isolamento del substrato, finendo il manufatto con laccature bianche e tinte pastello a base acqua si possono formare macchie e alonature giallastre. Per rovere, iroko, gnangon, framiré, cedrella e larice rosso, si sconsiglia vivamente la laccatura a base acqua. Per altri tipi di legni qui non menzionati si richiede una prova preventiva.

FONDO ALL’ACQUA BIANCO

Il prodotto YYYY è una vernice all’acqua completamente inodore, sviluppata per la verniciatura di manufatti destinati all’esterno, quali serramenti, scuri, persiane e portoni, “stabili dimensionalmente”, secondo la definizione della norma EN 927. Viene utilizzato come fondo sopra manufatti trattati con impregnanti a solvente o a base acquosa. Possiede ottime caratteristiche di riempimento, essiccazione, carteggiatura ed ha un basso contenuto di solventi ed ottima tenuta in verticale. Sviluppato con resine speciali, assicura un ottimo isolamento dalle sostanze che fuoriescono dal legno. Non contiene biocidi.

Legni particolarmente indicati

Abete, hemlock, meranti.

Legni sconsigliati

Pino, pino di Svezia, pino giallo, douglas, larice, cedro canadese, iroko, rovere, cedrella, niangon, frassino, teak.