Quando l’acqua inizia a bollire è da sciocchi spegnere il fuoco (Nelson Mandela).

 

Ridurre il riscaldamento globale

La riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti industriali è una richiesta che ormai da decenni viene fatta a tutti i settori produttivi. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi che dimostrano una deriva ecologica che la nostra società ha messo in atto più o meno inconsapevolmente. L’industria petrolchimica in questo senso è una delle più impattanti a livello ecologico: plastiche, carburanti e materiali chimici vengono prodotti e dispersi nell’ambiente considerando solo in parte il loro impatto finale.

Ad ottobre scorso è stato pubblicato l’ultimo report dell’IPCC (Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) sul riscaldamento globale. L’IPCC fa una richiesta chiara a tutti i gli organi governativi, a chiunque abbia un’attività, fino alle singole persone, cercare di ridurre il riscaldamento globale. Se entro 30 anni non avremo ridotto il riscaldamento globale da 2° a 1,5°C, le conseguenze potrebbero essere disastrose per l’ambiente e per noi stessi!

La differenza fra 2° e 1,5° può sembrare piccola, ma essa comporta un aumento di 10 cm del livello del mare e la distruzione del 99% delle barriere coralline. Con una differenza di 2°C il mar Glaciale artico rimarrebbe d’estate senza ghiaccio 1 volta ogni 10 anni, mentre con 1,5° C il fenomeno si ripeterebbe una volta ogni 100 anni; inoltre gli eventi atmosferici estremi aumenterebbero, provocando danni sempre maggiori.

Il rapporto esamina anche i percorsi disponibili per limitare il riscaldamento a 1,5°C, cosa ci vorrebbe per metterli in pratica e quali potrebbero essere le conseguenze senza una loro applicazione immediata.

Una responsabilità diffusa

Ognuno potrebbe fare la sua parte, riducendo per esempio il riscaldamento/raffrescamento domestico ed il consumo di energia, oppure scegliendo mezzi di trasporto pubblici. Ovviamente però il contributo maggiore alla riduzione del riscaldamento globale può essere dato dalle aziende. Assumersi questa responsabilità significa, per chi produce prodotti chimici, investire nella ricerca, trovare partner competenti ed affidabili e scegliere materie prime che abbiano caratteristiche costanti e certificate, facendo estrema attenzione che le complessità di questa scelta ecosostenibile, non ricadano su tutta la filiera produttiva e sul cliente finale.

Il nuovo passo in avanti delle tecnologie ecosostenibili non è pertanto limitato a settori specifici, come ad esempio l’utilizzo di resine a base acqua, ma riguarda un nuovo approccio complessivo a tutti gli aspetti che riguardano il ciclo di vita del prodotto. In altre parole un prodotto autenticamente ecocompatibile è realizzato con tecnologie rispettose della salute umana e dell’ambiente, mantiene delle prestazioni ottimali nel tempo e per un periodo più lungo possibile e non è pericoloso per l’utilizzatore finale.

Con questa filosofia pertanto si vuole estendere oltre la vendita la responsabilità di chi produce, al fine di influenzare anche gli aspetti legati al fine vita dei prodotti, quali riciclo e smaltimento.

Il contributo di ICA

Il percorso suggerito dal report dell’IPCC nel la direzione della riduzione della produzione di CO2, è stato intrapreso responsabilmente anche dal gruppo ICA, attraverso l’utilizzo di una serie di prodotti che coniugano la riduzione di utilizzo di materiali da fonti fossili, l’applicabilità del prodotto a livello industriale, la riduzione delle emissioni ambientali e domestiche e le prestazioni tipiche di un prodotto professionale.

Non è possibile coniugare tutti questi aspetti, senza una organizzazione completa e senza una progettazione innovativa. I prodotti della serie BIO sono stati progettati partendo da una idea rivoluzionaria, quella di utilizzare fonti vegetali come materie prime per la formulazione dei leganti polimerici, che rappresentano il componente più importante della vernice. Attraverso la collaborazione con partner internazionali, sono state scelte esclusivamente materie prime che provengono da scarti agricoli e forestali e che quindi non competono con l’alimentazione umana.

L’esperienza formulativa di quasi 50 anni di storia del laboratorio R&S, ha trasformato il polimero in una famiglia di vernici disponibile commercialmente ed utilizzabile a livello industriale; infine laboratori indipendenti esterni all’azienda hanno confermato l’efficacia delle prestazioni e della riduzione delle emissioni di VOC, testate nel laboratorio interno (in fase di accreditamento) Performance Lab.

La riduzione delle emissioni

Il tema delle emissioni in atmosfera ed in ambienti indoor è un aspetto da non sottovalutare nella scelta di un prodotto verniciante. È noto che trascorriamo più del 90-95% della giornata in ambienti chiusi (lavoro, casa e tempo libero). Uno studio del 2016 dell’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di “…non caricare troppo gli ambienti interni con mobili e superfici verniciate e comunque sia di scegliere vernici “low VOC” e cioè a basso contenuto di composti organici volatili”.

In Italia, ad esclusione dei CAM per la pubblica amministrazione, non vi è una normativa che regoli le emissioni di VOC da superfici verniciate di mobili. Quindi è difficile poter confrontare prodotti differenti in base alle loro emissioni in ambienti chiusi; l’unica possibilità è data dalla valutazione del contenuto di VOC indicato in scheda di sicurezza (espresso in g/l). Tuttavia, pur essendo questo un dato fondamentale per la valutazione delle emissioni in ambiente di un impianto di verniciatura, è un dato poco indicativo della concentrazione di solventi organici in un ambiente chiuso (espressa in µg/m³), poiché le emissioni indoor, non dipendono solo dal tipo di vernice utilizzata (base solvente, base acqua o UV), ma anche dal ciclo applicativo, dalla tipologia di supporto, dal sistema di essiccazione e dalla quantità di vernice applicata. Inoltre nella maggior parte delle specifiche presenti in circolazione nel mercato delle vernici, difficilmente si fa riferimento alla pericolosità dei singoli solventi; solventi molto pericolosi di natura aromatica contribuiscono al raggiungimento della soglia limite, nella stessa misura di glicol eteri comunemente impiegati per le vernici a base acqua, pur avendo un profilo tossicologico ben più favorevole. Nei prossimi anni probabilmente ci sarà un adeguamento normativo in tal senso, al fine di poter classificare in maniera più chiara l’emissione indoor di un mobile verniciato.

Prodotti vernicianti di origine vegetale

Un prodotto ecosostenibile è un prodotto che necessariamente parte da un contenuto di solventi molto basso, ma quando si sceglie una vernice di origine biologica per un progetto che rispetti i canoni ambientali e di eco-sostenibilità, la prestazione finale, in termini di resistenza al degrado, è il primo dubbio che sorge in chi l’ha preferita rispetto ai sistemi tradizionali. La storia delle vernici in passato ci ha fornito diversi esempi di prodotti di origine biologica (cera d’api, olio di lino, ecc.). La loro diffusione su scala industriale non è stata possibile a causa della enorme differenza, in termini di resistenza al degrado, con quelle che erano le tecnologie industriali.

Tutti i prodotti che, come quelli della linea Arborea BIO e Iridea BIO, provengono da fonti rinnovabili differiscono, rispetto agli analoghi prodotti fossili, solamente per due aspetti: l’origine della materia prima (fossile o vegetale) e la formulazione. Mentre per il primo aspetto i due prodotti non risultano distinguibili né chimicamente (a meno di una datazione del C14) né a livello prestazionale, nel secondo caso, una formulazione attenta degli additivi e dei componenti della vernice può fare la differenza fra diversi prodotti.

Il gruppo ICA ha sviluppato cicli di verniciatura ecocompatibili per serramenti e per mobili, che sono stati testati nel laboratorio interno nell’arco di 3 anni di ricerca, sfruttando il contratto di fornitura esclusiva delle materie prime da parte dei fornitori internazionali. In questo periodo abbiamo avuto l’occasione di sperimentare l’efficacia delle nuove formulazioni e di paragonarle a quelle di origine fossile. Il risultato ottenuto, poi certificato da laboratori esterni accreditati, è costituito da una serie di prodotti all’acqua BIO che uguaglia, ed in alcuni casi migliora, le prestazioni dei prodotti all’acqua tradizionali in termini di resistenza chimica, resistenza al graffio, resistenza all’abrasione e, non ultima, in termini di emissioni indoor. Questi prodotti sono il frutto del nostro innovativo sistema di progettazione aziendale, che affronta la ricerca di nuove tecnologie, applicando le eccellenze interne ed esterne, al fine di ottenere prodotti industriali di qualità e responsabilmente ecosostenibili. Nel mondo delle vernici è in atto una vera e propria rivoluzione bio, che secondo la nostra visione, considerati tutti i campanelli di allarme ascoltati negli ultimi anni, non può essere sottovalutata. Noi stiamo cercando il modo migliore per aiutare chi crede in questo cambiamento, basta solo crederci.

Francesco Cinquepalmi
Chemical/Physical Testing Manager
ICA Group

 

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