Difetti verniciatura bolle

Dall’esame di casi di contestazione, dovuti a difetti di verniciatura, si possono trarre utili indicazioni per la corretta gestione dei processi di verniciatura e dei parametri principali che è necessario tenere sotto controllo per ottenere risultati ottimali

ENZO MORANDI – CE.R.TO

PREMESSA

Questo caso si è ormai risolto bonariamente, con il rifacimento del lavoro da parte del verniciatore, a cui è stata fatta la fornitura gratuita dei prodotti vernicianti da parte del fornitore (anche se non responsabile), per cui siamo stati autorizzati dai “contendenti” a pubblicare un resoconto dei fatti, senza riferimenti a nomi di persone e aziende coinvolte.

LE FINESTRE CONTESTATE

La prima contestazione era nata subito dopo la consegnate di un lotto di finestre ad un cantiere da parte di un fabbricante di serramenti, attrezzato con impianto di verniciatura interno e che quindi era responsabile della progettazione, della costruzione e della verniciatura dei manufatti. Le finestre si presentavano, a detta dell’impresario edile, poco trasparenti e si godeva poco la venatura del legno, come se la finitura contenesse dei filtri UV poco trasparenti (in alcuni prodotti effettivamente succede). Secondo l’impresario, le forniture precedenti non avevano questo difetto, ma comunque si preferì evitare una contestazione formale e il conseguente ricorso alle vie legali. All’atto della consegna degli appartamenti, nessun proprietario fece obiezioni o contestazioni sulla finitura dei serramenti, per cui tutto si chiuse a “tarallucci e vino”, senza liti e senza la concessione di sconti. Dopo circa un anno dalla consegna degli appartamenti, un condomino (forse particolarmente pignolo, ma indubbiamente molto attento) notò che le finestre esposte a sud erano molto più sbiancate di quelle esposte a nord, ma queste cominciavano a sfogliare (si staccava il film di vernice).  Egli fece quindi la sua bella raccomandata di contestazione, dalla quale scaturì il nostro intervento. Malgrado avessimo consigliato il serramentista di evitare di aprire un contenzioso legale (l’osservazione della superficie della finestra con una banalissima lente d’ingrandimento, che facemmo nel primo sopralluogo, aveva evidenziato la presenza di un’altissima quantità di bollicine nel film di vernice, per cui era già da presupporre un errore nella fase di verniciatura), egli “per non saper nè leggere nè scrivere” (quindi per scaricare la patata bollente…) contestò al fornitore dei prodotti vernicianti tutta la partita che era stata utilizzata per le finestre contestate, avvertendolo che l’avrebbe ritenuto responsabile del disastro che si stava presentando, e che intanto, “naturalmente”, non avrebbe assolto ai pagamenti in corso. Il produttore di vernici inviò un suo tecnico a verificare il difetto, che purtroppo intento coinvolgeva via via anche gli altri appartamenti, per cui ormai tutti i condomini avevano aperto il contenzioso, riunendosi in gruppo e affidandosi unitariamente a un collegio legale. Dato che fortunatamente scriviamo su una rivista tecnica e non giuridica, possiamo tralasciare l’avventurosa (e per certi versi ridicola) controversia extragiudiziaria, concentrandoci sul difetto.

LA CAUSA DEL DANNO

Se il nostro serramentisti avesse fatto una verifica sulle finestre delle case intorno a quelle oggetto del contenzioso e di zone poco lontane (da lui stesso realizzate e verniciate con gli stessi prodotti un anno prima, senza che fosse insorto il benché minimo difetto), avrebbe dovuto prendere atto che pur con condizioni climatiche pressoché identiche, impiegando legni dello stesso tipo e vernici analoghe solo i serramenti di un cantiere presentavano evidenti difetti: poteva forse esserci qualche maledizione ben mirata? Evidentemente no, abbiamo a che fare con imprenditori del terzo millennio, che analizzano i fenomeni in modo razionale ed oggettivo, per cui la spiegazione ”scientifica” ha portato alle seguenti conclusioni: si trattava indubbiamente di un lotto di vernice scadente! In realtà, come avevamo premesso, già dal primo esame avevamo notato un’esagerata quantità di bollicine in superficie, un difetto del tutto assente sulle finestre degli altri cantieri, installate in periodi diversi. Scoprimmo quindi che le finestre “incriminate” erano state verniciate al di fuori del solito impianto automatico (che per due mesi era rimasto fermo, in quanto era in fase di modifica per aumentarne la produttività), con un’applicazione manuale effettuata per mezzo di una pompa a doppia membrana misto aria, regolata a tutta pressione per spingere un prodotto che, come è noto, è caratterizzato da viscosità e tixotropia altissime. Il prodotto quindi aveva inglobato tanta aria da farlo apparire non solo meno trasparente, ma purtroppo anche molto meno elastico, più fragile, meno impermeabile all’acqua: la vernice di finitura, dopo aver subito gli effetti deleteri del sole, si era staccata dall’impregnante, creando anche diverse vesciche (bolle d’aria sotto il film). Sulle parti esposte a nord, evidentemente pregne d’acqua, il primo gelo ha fatto schiantare il film. Insomma un disastro causato dalla regolazione sbagliata di una banale apparecchiatura di spruzzatura! La conferma finale di questa tesi è arrivata dal fatto (segnalato in seguito dal capo fabbrica del produttore di serramenti), che alcune finestre, che non erano state verniciate manualmente (in quanto essendo di misure speciali, erano rimaste indietro ed erano state verniciate in seguito nell’impianto, che nel frattempo era ripartito), si presentavano perfette sotto tutti i punti di vista

CONCLUSIONI

La “morale della favola” è che nella verniciatura non bisogna mai darsi “troppe arie”, ma che in particolare nella finitura dei serramenti non bisogna mai dare “troppe arie” alle pistole…

 

Quante volte vi é capitato di dover rifare un pezzo a causa di un errore di verniciatura? Avete mai calcolato quanto incidono sui vostri costi aziendali i difetti di verniciatura? Forse è arrivato il momento di affrontare il problema!
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