Con l’impennata dei prezzi di energia e combustibili, crescono sia i costi di trasporto sia i prezzi di tutte le materie prime per vernici. Quali sono le ripercussioni sulle attività di verniciatura?
Sta diventando cronica la mancanza di molte sostanze necessarie per completare le formulazioni di numerose vernici: il problema coinvolge solventi, resine e pigmenti.
Scarseggiano inoltre i materiali per l’imballaggio, duramente colpiti dalla carenza globale di pasta di legno, polimeri e banda stagnata, con conseguenti impatti sulla disponibilità e il prezzo di fusti metallici, scatole di cartone e contenitori in plastica.
Le carenze nella catena di approvvigionamento e la lievitazione dei costi stanno sottoponendo i produttori a ulteriori enormi pressioni, con importanti ricadute sui processi
produttivi. Lo conferma con preoccupazione Assovernici, l’associazione che rappresenta una parte dei produttori italiani del comparto. Nella filiera delle vernici, infatti, le materie prime rappresentano circa il 50% dei costi complessivi (nel settore del legno si arriva anche al 60-65%, ndr) e la crescente difficoltà nel reperirle, unitamente ai continui aumenti legati al consumo di energia, stanno mettendo in grave difficoltà i produttori.
Come si è arrivati fin qui? Secondo Assovernici le ragioni sono riconducibili alla paralisi delle attività causata dalla pandemia nel 2020. Nel corso del 2021, inoltre, sono state più di quaranta le dichiarazioni di forza maggiore dei principali produttori di materie prime.
Quando la pandemia ha allentato la stretta, buona parte delle economie si sono rimesse in moto contemporaneamente in tutto il mondo e questo ha generato una straordinaria domanda di tutti i materiali come carta, plastica e metalli.
Contestualmente, alcuni Paesi, come la Cina, hanno limitato le attività di esportazione trattenendo molte materie prime per uso interno.
La Brexit ha generato ulteriori criticità, provocando l’accumularsi di ritardi nei porti europei e nel Regno Unito.
Ad aggravare la situazione, negli ultimi dodici mesi il prezzo del petrolio è più che raddoppiato ed è aumentato di tre volte e mezzo rispetto al minimo pre-pandemia di marzo
2020. I costi dei trasporti sono quindi esplosi, con gravi ripercussioni anche sulle materie prime, nessuna esclusa.
Cosa ci attende? Le previsioni per il futuro sono tutt’altro che incoraggianti. Le indicazioni degli analisti sono che i costi più elevati perdureranno e ci si aspetta che i prezzi del petrolio rimangano al di sopra di 70 dollari al barile per tutto il 2022.
Resta a questo punto da capire come sia possibile che, a fronte di un vertiginoso aumento delle materie prime, il prezzo finale delle vernici sia aumentato in modo generalmente contenuto.
Visto che, a detta degli stessi produttori, il CMP (Costo Materie Prime) ha un’incidenza del 50-60% sul costo finale del prodotto, i casi sono due:
1) i produttori stanno sostenendo a proprie spese parte dell’aumento dei costi, per cui dato che il problema non è transitorio, vedremo i risultati di questa strategia commerciale nei prossimi bilanci;
2) i produttori hanno modificato le formulazioni, in modo da contenere i costi utilizzando materie prime diverse, meno soggette all’impennata dei prezzi, con una possibile riduzione della qualità dei prodotti, per cui vedremo i risultati di questa strategia tecnico-commerciale nei prossimi mesi, quando potremmo assistere a un aumento dei difetti e dei conseguenti contenziosi
I prezzi di gennaio delle materie prime per vernici
I prezzi di gennaio delle materie prime per vernici in polvere