Prezzi fermi

Il PIL italiano è rimasto fermo nel 3° trimestre, mentre nel 4° è addirittura calato.
Anche se l’inflazione in Italia è finalmente tornata sotto il 2%, i tassi sono ai massimi e bloccano il canale del credito, frenando consumi e investimenti, mentre l’export aiuta poco. Con le guerre in corso sale l’incertezza, ma almeno non è salito il costo dell’energia, che comunque rimane molto più alto del periodo precedente alla crisi energetica.
L’inflazione italiana si è ridotta bruscamente a ottobre a +1,7% annuo (da +5,3% a settembre), grazie a un “effetto base” molto favorevole sui prezzi energetici, crollati al -19,7% annuo (+26,8% nello stesso mese del 2022 a causa del picco del gas).
I prezzi dei beni e dei servizi sono quasi fermi e si sono ridotti più lentamente (+3,7%), come quelli alimentari (+6,3%).
Negli ultimi mesi dello scorso anno i tassi statunitensi ed europei sono rimasti fermi, confermando che sono ormai giunti ai massimi, come indicano i future, che scontano i primi tagli nel 2024. Tuttavia non sono esclusi nuovi rialzi in caso di nuovi “shock” che modifichino lo scenario.
E’ in lento, ma costante peggioramento la situazione del credito per le imprese italiane: il costo è salito al 5,35% e la caduta dei prestiti è arrivata al -6,7% annuo, a causa di una domanda che ha continuato a ridursi per i tassi troppo alti e i criteri di offerta divenuti più rigidi: sempre più imprese restano senza credito. Buone notizie vengono dai prestiti in sofferenza.
La produzione è rimasta ferma nell’ultimo trimestre del 2023, dopo quattro trimestri negativi.
I dati qualitativi segnalano una dinamica degli investimenti in peggioramento: l’indagine Banca d’Italia indica una significativa frenata della spesa in beni di capitale e tra i fattori di ostacolo più sentiti dalle imprese rimane la domanda debole, con un generale calo della fiducia delle imprese di beni strumentali.
Anche la fiducia delle famiglie ha registrato un calo marcato e i consumi già deboli nel corso dell’anno, specie quelli di beni, sembrano aver frenato ulteriormente.
Qualche speranza arriva dall’export, tornato positivo, ma le prospettive per il 2024 sono negative, a causa di accresciute tensioni geopolitiche e di una debole domanda estera. Fiacche le attese anche sul commercio mondiale: il PMI globale sugli ordini è in area di restrizione ed è scarsa l’attività nei porti europei.
Nel 3° trimestre la produzione industriale aveva avuto una buona dinamica, grazie soprattutto all’incremento a luglio (+1,0%), con una variazione trimestrale di +0,6%, che segue il +0,2% nel 2° trimestre. Tuttavia, gli indicatori, che erano tornati vicini alla soglia di espansione nel corso del 3° trimestre, hanno mostrano qualche elemento di debolezza nel 4° trimestre.
Per l’industria dei prodotti vernicianti, che ha avuto buoni risultati grazie al settore edilizio, la riduzione dei bonus sulle ristrutturazione produrrà una frenata generale, mentre la riduzione dei costi delle materie prime sarà cancellata dai pesanti rincari energetici.

I prezzi di dicembre delle materie prime per vernici

I prezzi di dicembre delle materie prime per vernici in polvere

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