vernici a basso impatto ambientale

Un’occasione persa per dare un contributo alla diffusione di vernici a basso impatto ambientale per i prodotti acquistati dalle Pubbliche Amministrazioni 

PIERLUIGI OFFREDI

ACQUISTI VERDI

La Commissione Europea dal 2003 ha demandato agli Stati membri l’adozione, entro la fine del 2006, di un “Piano d’azione nazionale sul GPP (Green public procurement)”, che consiste in pratica nel definire i criteri ambientali minimi dei prodotti acquistati dalle Pubbliche Amministrazioni.
Questi criteri consistono in indicazioni generali e prescrizioni specifiche di carattere tecnico (prestazioni e requisiti funzionali specifici o aspetti collegati al ciclo di vita ambientale di un bene o di un servizio), che vengono collegate alle varie fasi di una procedura d’acquisto (analisi e razionalizzazione dei fabbisogni, definizione dell’oggetto d’acquisto, specifiche tecniche, punteggi tecnici premianti, condizioni di esecuzione del contratto, requisiti.

PROMUOVERE, NON AFFOSSARE LE VERNICI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

Anche il mondo delle vernici è coinvolto nella definizione di queste procedure e recentemente il Ministero dell’Ambiente ha elaborato la prima edizione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) riguardanti i mobili e gli arredi in plastica, metallo e legno acquistati dalle pubbliche amministrazioni, nel quale ha previsto, fra le specifiche tecniche (criteri di base), che il contenuto di solventi nelle vernici da applicare sui mobili non deve superare il limite del 60% in peso, discostandosi in maniera clamorosa da quanto previsto nei criteri europei, che suggeriscono un limite del 5% e dimenticandosi perfino di un documento di orientamento dell’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), che nel lontano 2001 suggeriva un limite del 42%.

CHI RAPPRESENTA I PRODUTTORI DI VERNICI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE?

Evidentemente è mancata un’adeguata e competente rappresentanza dei produttori, che da tempo hanno messo a disposizione degli utilizzatori finali vernici a basso impatto ambientale con un contenuto di solventi inferiore al 5%, sicuramente in grado di garantire prestazioni adeguate ai mobili per ufficio, agli arredi scolastici ecc..
Lasciando da parte le motivazioni ambientali (a molti, specie in tempi di crisi, sembra che la svolta ecologica sia solo un lusso radical-chic…) e limitandoci a un discorso puramente economico, riteniamo che nel nostro Paese, per dare una reale svolta tecnica e commerciale alla produzione di mobili, uno stimolo importante potrebbe venire dagli acquisti pubblici, che potrebbero (dovrebbero?) svolgere una funzione di modello per lo sviluppo sociale ed economico. Crediamo che il limite del 60% non faccia onore all’industria italiana delle vernici e costituisca oggettivamente una sconfitta per la tecnologia italiana, da sempre all’avanguardia in questo campo a livello mondiale, per cui riteniamo opportuno che i produttori di vernici più “evoluti”, evidentemente non rappresentati nelle sedi istituzionali, facciano sentire la loro voce sull’argomento.

EVOLUZIONE TECNOLOGICA DELLE VERNICI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

Riteniamo doveroso stimolare gli enti competenti al fine di tentare di modificare una linea non consona al futuro di un settore che, detto per inciso, da anni investe massicciamente sui prodotti a basso impatto ambientale, magnificandone le prestazioni (a volte con qualche eccesso propagandistico), per cui sarebbe un po’ difficile adesso rimangiarsi tutto quello che è stato detto e scritto da tutti i produttori di vernici, dal più piccolo al più grande, specie per i cicli di verniciatura dei mobili da ufficio, per i quali tutti proclamano di possedere le alternative a basso impatto ambientale. Abbiamo quindi preparato una lettera, che invieremo al Ministero dell’Ambiente, per sollecitare una modifica del “Piano d’azione nazionale sul Green Public Procurement” (Acquisti “verdi”), affinché nell’elaborazione delle modalità di acquisto degli arredi pubblici si tenga conto dell’evoluzione tecnologica raggiunta attualmente dal settore delle vernici. Tutti i produttori che condividono il nostro punto di vista, possono partecipare alla nostra iniziativa inviandoci la loro adesione.

LA LETTERA AL MINISTERO DELL’AMBIENTE PER PROMUOVERE LE VERNICI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

Spett.  Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Direzione Salvaguardia Ambientale

OGGETTO: PIANO D’AZIONE NAZIONALE SUL GREEN PUBLIC PROCUREMENT

Il Ministero dell’Ambiente ha elaborato la prima edizione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) riguardanti i mobili e gli arredi in plastica, metallo e legno acquistati dalle pubbliche amministrazioni, nel quale ha previsto, fra le specifiche tecniche (criteri di base), che il contenuto di solventi nelle vernici da applicare sui mobili suddetti, non deve superare il limite del 60% in peso, discostandosi largamente da quanto previsto nei criteri europei, che suggeriscono un limite del 5%. Questa scelta è stata effettuata con la motivazione ufficiale di “…non escludere la maggior parte delle tipologie di vernici attualmente utilizzate in Italia, dal momento che solo le vernici ad acqua e quelle a UV possiedono tale caratteristica…”.
E’ bene ricordare che il meccanismo dei cosiddetti acquisti “verdi” della Pubblica Amministrazione (Green Public Procurement) è definito dalla Commissione europea come “… l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie a basso impatto ambientale e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
E’ ben noto agli operatori del settore che da tempo sono a disposizione degli utilizzatori finali prodotti con un contenuto di solventi ben inferiore al 60%, sicuramente in grado di garantire prestazioni adeguate ai mobili per ufficio, agli arredi scolastici ecc.. Noi riteniamo che nel nostro Paese uno stimolo importante per una reale svolta tecnica e commerciale nella produzione di mobili potrebbe venire dalle vernici a basso impatto ambientale, dimostrando che la riduzione dell’inquinamento può anche portare concreti vantaggi economici.
Gli acquirenti privati, privi di qualsiasi competenza specifica e scarsamente informati sulle prestazioni tecniche e ambientali dei prodotti vernicianti, in assenza di campagne informative a largo raggio continueranno a comprare mobili verniciati con prodotti ad alto contenuto di solventi e nessuno ovviamente glielo può vietare, ma almeno gli Enti pubblici dovrebbero fare una scelta più selettiva, fondata su elementi razionali: il limite del 60% esclude praticamente solo le vernici alla nitro e poco altro!
La tecnologia italiana delle vernici, da sempre all’avanguardia in questo campo a livello mondiale, da molti anni investe massicciamente sulle vernici a basso impatto ambientale, per cui è ampiamente in grado di soddisfare le esigenze di finitura degli arredi pubblici con prodotti aventi un ridotto contenuto di solventi, tenendo conto anche del fatto che le amministrazioni avranno l’obbligo di acquistare solo il 50% dei propri arredi sulla base dei criteri ambientali minimi: proporre quindi un valore del 60% di solventi, significa far comprare il 100% degli arredi con prodotti tradizionali, quasi che negli ultimi 20 anni non fosse cambiato nulla nel nostro settore.
Una scelta più coraggiosa non penalizzerà coloro che vendono arredi verniciati con prodotti a ad alto contenuto di solvente, in quanto rimarrà comunque un 50% di forniture pubbliche a loro disposizione.

Attendiamo fiduciosi un positivo riscontro delle nostre istanze e rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore dettaglio.

Cordiali saluti

Pierluigi Offredi
Professione Verniciatore