Depolverazione: cambiano le norme

Sono iniziati i lavori del GL 17 della Commissione Tecnica UNI “Ambiente”, coordinato da Pierluigi Offredi, che aggiornerà le norme UNI sugli impianti di depolverazione che cambiano anche la base tecnica delle normative regionali (a partire dalle cosiddette “BAT lombarde”) con cui tuttora vengono autorizzati gli impianti di depurazione dell’aria.

NORME UNICHE AL MONDO, CREATE PER EVITARE BUFALE

Perché le norme UNI sugli impianti di depurazione non esistono nel resto del mondo?
Qualcuno potrebbe pensare alla genialità e creatività italiana, ma in realtà i motivi sono molto più prosaici.
In primo luogo nel nostro Paese circola una notevole quantità di venditori di bufale, che hanno sparso in tutta Italia costosi bidoni, venduti in alcuni casi ad ignari imprenditori, che per la prima volta approcciavano il problema della depurazione, in altri casi ai soliti furbi che pensavano di spendere la metà comprando il nuovo impianto magico venduto dal Merlino di turno.
In secondo luogo da noi non esistono istituzioni governative come ad esempio l’EPA (Environmental Protection Agency) l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, che si occupa, oltre a far applicare le leggi approvate dal Congresso, anche di studiare le tecnologie più adatte per abbattere le emissioni.
Infine in Italia il mondo universitario è arretrato in questo settore e non è in grado di valutare le prestazioni degli impianti, se non a fronte di specifiche richieste delle aziende costruttrici che, pagando gli studi, ottengono una sorta di bollino di qualità che nella realtà si dimostra spesso del tutto teorico.
Ecco perché è stato necessario creare uno strumento che consentisse in primo luogo di evitare fregature, ma che è diventato anche un punto di incontro, un mezzo utile per gli utilizzatori, per i costruttori, per i legislatori e gli enti di controllo.
L’elaborazione e la continua revisione delle norme è utile anche per l’aggiornamento della legislazione regionale e nazionale sulle BAT degli impianti di depurazione dell’aria.

LA PREPARAZIONE DEI LAVORI

La prima riunione si è svolta in videoconferenza nel dicembre 2020, con oltre 150 iscritti appartenenti ad aziende private ed Enti pubblici. Alcuni dei tecnici erano gli stessi che hanno collaborato alla stesura delle norme 20 anni fa: praticamente è stato un incontro tra reduci, a cui si sono però aggiunti molti volti nuovi, impegnati nella progettazione e costruzione di impianti, nella consulenza, ma anche le nuove leve arrivate negli Enti di autorizzazione e controllo delle emissioni.
Il GL 17 vuol essere un punto di confronto tra gli interessi delle industrie produttrici di impianti di depurazione (rappresentate formalmente dall’associazione Uniaria), le esigenze degli utilizzatori di impianti e dei loro consulenti, con la “supervisione” degli Enti pubblici (Ministeri, Regioni, Province, ARPA e ASL), in modo da realizzare norme tecniche che rappresentino l’interesse generale, coerentemente con gli obbiettivi dell’UNI, il nostro ente di unificazione nazionale.

IL PROGRAMMA DI REVISIONE DELLE NORME

Nel successivo incontro di marzo 2021, caratterizzato ancora da una presenza massiccia degli operatori del settore, è stato stilato il programma dei lavori, iniziati con la presentazione delle proposte di modifica della norma UNI 11304, che ha l’obiettivo di fornire un riferimento per gli utilizzatori e i costruttori di impianti per l’abbattimento di polveri, nebbie oleose, aerosol, composti organici volatili (VOC) e odori, per consentire di progettare ed utilizzare impianti che corrispondano a requisiti prestazionali e tecnici di elevata compatibilità ambientale.
La norma è attualmente costituita da 2 parti, che trattano differenti tipologie impiantistiche:
– parte 1 (Depolveratori a secco a matrice filtrante)
– parte 2 (Impianti di trattamento VOC).
Sono in programma altre parti, relative ad ulteriori tipologie impiantistiche, la prima delle quali sarà la “Parte 3 – Impianti di filtrazione delle nebbie oleose, trattate con filtro a bordo macchina con reimmissione all’interno del luogo di lavoro.”

SI COMINCIA DALLA DEPOLVERAZIONE: CAMBIANO LE NORME

Nel corso della riunione è stata presentata la bozza di modifica della norma UNI 11304-1, riguardante i Depolveratori a secco a matrice filtrante, per l’abbattimento del particolato solido presente nelle emissioni aeriformi di processi industriali.
La descrizione è stata l’occasione per spiegare il funzionamento delle procedure, che prevede l’analisi dettagliata dello stato dell’arte di natura tecnica e progettuale sui requisiti prestazionali e di progettazione degli impianti, in particolare per quelli di depolverazione, un settore in cui cambiano le norme.

Riferimenti normativi
Ogni norma deve rifarsi a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. I riferimenti normativi devono essere citati nei punti appropriati del testo e puntualmente elencati

Termini e definizioni
Una parte fondamentale del lavoro è quella di definire una terminologia chiara, che consenta di utilizzare un linguaggio tecnico comune. Per questo nella norma è necessario precisare il significato dei parametri principali che caratterizzano un impianto di depolverazione a secco a matrice filtrante, come ad esempio:
– la capacità di accumulo, con la relativa unità di misura (g/m2)
– la capacità filtrante (%)
– il costo di gestione unitario (Euro/kg)
– l’efficienza di filtrazione (%)
– l’efficienza emissiva secondo ISO 11057 (mg/Nm3)
– il grado di filtrazione (Pm)
– la grammatura (g/m2)
– la massima perdita di carico ammessa (Pa)
e così via.

Classificazione
La classificazione è fondamentale per definire quali tipi di filtri rientrano nell’ambito normativo e cioè:
– filtri a maniche (compresi quelli a cassetto);
– filtri a tasche;
– filtri a cartuccia;
– filtri a pannelli;
– filtri sinterizzati;
– filtri per alte temperature a matrice silicato alcalino terrosi

Principi di funzionamento
La norma deve anche definire i principi che regolano l’abbattimento del particolato solido, effettuato opponendo, come barriera meccanica statica al flusso di effluente aeriforme inquinato, un’idonea matrice filtrante porosa.

Requisiti minimi progettuali
La base per la progettazione dei depolveratori a secco è la conoscenza del processo che produce il particolato solido presente nell’effluente aeriforme da trattare. I parametri da prendere in considerazione sono molteplici e spesso interconnessi tra loro. Quelli più significativi sono:
– distribuzione dimensionale del particolato solido da filtrare;
– caratteristiche qualitative e quantitative del particolato solido;
– caratteristiche qualitative e quantitative dell’effluente aeriforme (portata oraria dell’effluente aeriforme, temperatura, massa volumica, il contenuto di umidità, pH e pressione.
– velocità di attraversamento e carico superficiale;

Requisiti minimi prestazionali
I costruttori devono dichiarare, in fase progettuale (e naturalmente garantire in fase processuale), alcune specifiche prestazioni, come ad esempio:
– efficienza minima di filtrazione (%);
– efficienza emissiva (mg/Nm3);
– grado di filtrazione (Pm);
– concentrazione di particolato solido al camino (mg/m3);
Per controllare e assicurare il mantenimento dei livelli di prestazione ambientale richiesti, sull’impianto devono essere predisposti appositi dispositivi, con idonea presa di misura per le analisi gravimetriche, dimensionata e posizionata al camino, come ad esempio:
– rilevatore di polveri (triboelettrico o ottico);
– pressostato differenziale.

Costi di gestione
I costi di gestione variano in funzione del tipo di depolveratore utilizzato, del tipo di matrice filtrante scelta e del tipo di effluente aeriforme e di particolato solido da trattare.
Nella quasi totalità delle configurazioni, le voci che concorrono alla formazione dei costi di gestione sono le seguenti:
– consumo di energia elettrica (kWh);
– consumo di aria compressa (Nm3/h);
– consumo di combustibile (Nm3/h o kg/h);
– consumo di prodotti chimici o additivi (Euro/kg);
– sostituzione elementi filtranti (Euro/sostituzione);
– manutenzione e conduzione, ordinaria e straordinaria (h/anno);
– smaltimento dei rifiuti prodotti, comprensivo di eventuali costi di trasporto (Euro/kg);
– sostituzione parti e componenti, per manutenzione ordinaria e/o straordinaria (Euro);
– capitale investito ed oneri finanziari derivanti dall’investimento, con quota di ammortamento e interessi (Euro).

Garanzie
Nel contratto di acquisto o conferma d’ordine di un impianto di depolveratori a secco a matrice filtrante, il costruttore deve fornire al committente alcune precise garanzie, come ad esempio:
– garanzia sul funzionamento degli elementi filtranti;
– garanzia del rispetto dei limiti alle emissioni in atmosfera;
– garanzia della classe di comportamento alla fiamma;
– garanzia nel rispetto della Direttiva ATEX;

IL PROGRAMMA DI LAVORO

L’elenco delle norme da aggiornare è pubblicato nella tabella 1 e comprende sia documenti risalenti al secolo scorso, sia altri più recenti (l’ultima è del 2008).
Nell’ultimo ventennio il settore ha conosciuto un avanzamento tecnologico e metodologico che necessita di essere trasposto in una normativa tecnica aggiornata, per cui il GL17 revisionerà e integrerà le norme sulla base delle richieste degli operatori pubblici e privati.

Abbattimento odori organici e inorganici
Le recenti modifiche legislative hanno introdotto nuovi limiti sulle emissioni degli odori, per cui è necessario che le norme sugli impianti di depurazione tengano conto di questo tipo di inquinanti, individuando le tecnologie che sono in grado di abbatterli in modo efficiente, indicando i riferimenti normativi (anche per quanto riguarda il delicato tema dei metodi di analisi), la terminologia specifica, i requisiti minimi progettuali e prestazionali, i costi gestione e così via.

Abbattimento nebbie oleose
La normativa UNI ha una lacuna che deve essere colmata, in quanto nebbie oleose e aerosol sono inquinanti molto diffusi nel settore della meccanica, che coinvolge decine di migliaia di aziende, generati nei processi di lavorazione delle macchine utensili.
La norma si intitolerà “Impianti di abbattimento polveri, nebbie oleose, aerosol e composti organici volatili (VOC). Requisiti minimi prestazionali e di progettazione.” Sarà la parte 3 della norma UNI 11304, è riguarderà specificamenti gli impianti di filtrazione delle nebbie oleose, trattate con filtro a bordo macchina con reimmissione all’interno del luogo di lavoro.
La norma ha l’obiettivo di fornire un riferimento per gli utilizzatori e i costruttori, che consenta loro di progettare ed utilizzare impianti che corrispondano a requisiti prestazionali e tecnici di elevata compatibilità ambientale. Essa è costituita da varie parti che trattano differenti tipologie impiantistiche.
Sarà quindi descritto lo stato dell’arte di natura tecnica e progettuale sui requisiti prestazionali e di progettazione dei depuratori d’aria a matrice filtrante per l’abbattimento di nebbie oleose e fumi presenti nelle emissioni aeriformi di processi industriali. Saranno escluse dalla norma le applicazioni relative al condizionamento ed alla ventilazione degli ambienti che si rifanno alla UNI EN ISO 16890.

I PARTECIPANTI

Il GL 17 è coordinato da Pierluigi Offredi ed è composto da esperti del settore, sia privati (costruttori e utilizzatori di impianti, consulenti), sia pubblici (Ministeri, Regioni, Province, ARPA, ASL ecc).
In particolare partecipano ai lavori:
– i costruttori di impianti di depurazione di tutti gli effluenti aeriformi (composti organici volatili, polveri, nebbie oleose, aerosol e sostanze odorigene);
– i tecnici provinciali competenti in materia di autorizzazione alle emissioni;
– i funzionari regionali e ministeriali competenti in materia di coordinamento dell’attività di controllo della qualità dell’aria;
– i tecnici ARPA, che svolgono funzioni di controllo in materia di inquinamento atmosferico;
– i tecnici ASL e gli ispettori del lavoro, che svolgono funzioni di controllo in materia di igiene e sicurezza del lavoro;
– i consulenti ambientali;
– i tecnici delle aziende private e pubbliche che utilizzano impianti di depurazione dell’aria.

METODO DI LAVORO

I partecipanti al Gruppo di lavoro 17 hanno la possibilità di consultare la documentazione disponibile sulla piattaforma “Isolutions” e possono quindi commentarli, proponendo variazioni o integrazioni.
L’approvazione delle bozze viene fatta durante le riunioni o tramite votazione su “Isolutions”.

COME PARTECIPARE AI LAVORI

E’ indispensabile aver formalizzato l’iscrizione a UNI, richiedendo espressamente l’inserimento nel GL 17 come membro (tutte le informazioni sono disponibili su www.uni.com).

I GRUPPI DI LAVORO DELLA COMMISSIONE AMBIENTE
UNI/CT 004/GL 01 Sistemi di gestione ambientale
UNI/CT 004/GL 04 Qualità dell’aria (misto Ambiente/UNICHIM)
UNI/CT 004/GL 05 Suolo e rifiuti
UNI/CT 004/GL 08 Attrezzature e macchine per la raccolta dei rifiuti
UNI/CT 004/GL 10 Gestione ambientale di prodotto
UNI/CT 004/GL 14 Materiali da recupero di pneumatici fuori uso
UNI/CT 004/GL 15 Cambiamento climatico
UNI/CT 004/GL 16 Valutazione Impatto Ambientale
UNI/CT 004/GL 17 Impianti di trattamento degli effluenti aeriformi

CHI E’ UNI

L’Ente di normazione nazionale è un’associazione privata senza scopo di lucro, fondata nel 1921.
Elabora norme tecniche in tutti i settori dell’economia, per l’industria, il commercio, i servizi e la società in generale, ad esclusione delle materie elettriche ed elettrotecniche.
E’ riconosciuto dal Regolamento UE n.1025/2012 e dal Decreto Legislativo n.223/2017 per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n.1025/2012 sulla normazione europea e della direttiva (UE)2015/1535 (procedura d’informazione), che regola la cooperazione tra le organizzazioni europee di normazione, gli organismi nazionali di normazione, gli Stati membri e la Commissione, l’elaborazione di norme europee e prodotti della normazione europea per i prodotti e per i servizi, a sostegno della legislazione e delle politiche dell’Unione.
Rappresenta l’Italia negli organismi di normazione tecnica europei ed internazionali (CEN, ISO).

NORMAZIONE E LEGISLAZIONE

Le norme di legge sono obbligatorie, frutto di un processo basato sul concetto di rappresentanza e rappresentano uno strumento di regolamentazione del mercato.
Sono pubblicate da un organismo governativo in Gazzetta Ufficiale o in un atto legislativo.
Le norme tecniche sono volontarie (diventano cogenti, cioè vincolanti solo in caso di giudizio, che richiede una valutazione tecnica davanti a un tribunale), frutto di un processo basato sul concetto di consenso e rappresentano uno strumento di autoregolamentazione del mercato e di trasferimento tecnologico.
Sono pubblicate da un Ente di normazione

LE PUBBLICAZIONI UNI

Si suddividono in quattro tipi di documenti.
“Norme tecniche nazionali” (UNI), cioè documenti tecnici normativi, che rappresentano lo “stato dell’arte” e si basano su comprovati risultati scientifici, tecnologici, sperimentali e applicativi.
Specifiche tecniche nazionali (UNI/TS), cioè documenti tecnici normativi sottoposti ad un periodo di verifica della validità, fotografando una situazione del mercato in evoluzione; sono generalmente utilizzate in settori dove lo stato dell’arte non è ancora sufficientemente consolidato.
Rapporti tecnici nazionali (UNI/TR), cioè documenti tecnici informativi, che descrivono prodotti, processi e servizi, senza definirne requisiti specifici; sono generalmente utilizzati per trasferire informazione e conoscenza.
Prassi di riferimento (UNI/PdR), cioè documenti tecnici para-normativi, che descrivono “best pratices” ed eccellenze in materia di prodotti, processi e servizi; sono utilizzati per trasferire e promuovere conoscenza in settori innovativi.

IL PROCESSO NORMATIVO

Ogni progetto deve prevedere un’inchiesta preliminare, in cui si studia la fattibilità e si verifica l’interesse da parte del mercato.
In un tempo massimo di 18 mesi viene redatto un documento all’interno del Gruppo di lavoro incaricato della stesura, con varie riunioni in cui vengono definiti i contenuti.
Al termine dei lavori parte l’inchiesta pubblica finale, aperta a tutti, in cui il testo viene reso disponibile sul sito UNI, in modo da ottenere un consenso esteso.
Dopo i due mesi di inchiesta pubblica si passa alla pubblicazione.

Depolverazione: cambiano le norme -TAB1

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