Controllo tecnico-analitico delle emissioni prodotte e raffronto con il quadro normativo di settore
A cura di: Provincia di Treviso – Arpav
SCHEDE RIEPILOGATIVE DEGLI IMPIANTI TERMICI ANALIZZATI
Nei 17 impianti di combustione oggetto dell’indagine, dodici vengono alimentati con scarti di lavorazione, giuridicamente definiti “rifiuti non pericolosi”, di risulta dalle diverse fasi della produzione del mobile, in aziende collocate perlopiù nei due distretti produttivi tra i più rappresentativi dell’economia del territorio “Opitergino Mottense” e “Quartiere del Piave” (Figura. 2). In un caso il controllo ha interessato l’utilizzo in combustione di scarti vegetali, costituiti da farine, di risulta dalle lavorazioni agroalimentari di estrazione dell’olio dai semi di vinacciolo, mais e soia. In altri cinque impianti, il monitoraggio ha riguardato le emissioni prodotte dalla combustione di “biomasse vegetali”, costituite essenzialmente da legno non trattato (vergine), prodotto da lavorazioni meccaniche di falegnameria (segherie, produzione cornici e battiscopa) o da attività silvicolturali. A scopo di confronto, sono inoltre stati parzialmente utilizzati i dati analitici relativi ad altri 3 impianti termici, alimentati in un caso con scarti vegetali, costituiti da farine, di risulta dalle lavorazioni agroalimentari di estrazione dell’olio di vinacciolo, mais e soia, e negli altri due a olio combustibile, conforme alle caratteristiche definite in Allegato X, Parte II, Sezione 1 alla parte quinta del D.Lgs. 152/2006.
Cicli produttivi e combustibili
Impianti alimentati con legno trattato
Le lavorazioni che generano gli sfridi di legno ed il polverino che alimenta gli impianti di combustione, sono sostanzialmente le operazioni di lavorazione meccanica del legno tipicamente svolte per la produzione di mobili finiti o di semilavorati per l’industria del mobile, quali: sezionatura, squadratura, pantografatura, foratura e calibratura, effettuate su pannelli in legno grezzo, MDF o nobilitato. La nobilitazione può essere conseguita con l’utilizzo di carte mela-miniche-ureiche, ureiche- acriliche o con l’incollaggio di fogli in PVC, PET, ABS, PS e legno. L’adesione delle carte e fogli ai supporti legnosi si realizza con collanti poliuretanici, ureico- me-laminici, ureici, catalizzati con solfato o cloruro o fosfato d’ammonio e paraffine; in alcune applicazioni vengono utilizzati collanti vinilici e poliuretanici.
I pannelli così nobilitati e/o impiallacciati possono essere anche bordati con materiali legnosi o plastici applicati con collanti vinilici e termofondenti. Gli scarti prodotti dalla nobilitazione vengono, in alcuni casi, avviati ad un macinatore ed utilizzati in combustione assieme agli scarti prodotti dalle lavorazioni meccaniche.
Impianti alimentati con legno non trattato
Le lavorazioni che generano gli sfridi di legno ed il polverino che alimentano gli impianti di combustione, sono essenzialmente riconducibili alle operazioni meccaniche effettuate sui tronchi (scortecciatura, sezionatura, listellatura nelle attività di segheria) o sui semilavorati (seconde lavorazioni) nei processi di produzione di cornici (per quadri e mobili), perline e battiscopa e contenitori per vino (botti).
Localizzazione nel territorio provinciale degli impianti presi in esame
Al fine di ottenere una maggior omogeneità del materiale inviato a combustione, gli sfridi vengono macinati prima di essere inviati a combustione. In un caso analizzato, il materiale inviato a combustione, acquistato in pezzatura di cippato, deriva dall’attività di silvicoltura e potatura alberi ed è costituito da abete, faggio e noce. Nelle tabelle successive viene riportato il quadro riepilogativo degli impianti sottoposti a verifica, con le caratteristiche dimensionali, gestionali ed impiantistiche salienti (Tabella n. 2). Nella successiva Tabella n.3 vengono riportate le informazioni di dettaglio (laddove disponibili), relative alle caratteristiche dimensionali del sistema di trattamento fumi e degli accorgimenti tecnologici installati per la salvaguardia dei sistemi stessi.