Vernici svendute

Nel settore della sverniciatura dei serramenti, a fronte di una decina di aziende ben strutturate, esiste una giungla formata da decine (centinaia?) di piccole realtà che operano al di fuori di qualsiasi regola, con impianti fatiscenti e spesso privi di autorizzazione, grazie alla scarsa “visibilità” che deriva da un’attività esercitata nell’ambito locale (con un mercato che non va oltre i confini provinciali), svolta spesso in nero, in quanto i committenti operano quasi sempre con clienti privati

CHI FA DA SE’ FA PER TRE!

Spett. redazione,
sono un artigiano serramentista che si occupa di restauro, manutenzione, riverniciatura ed inserimento vetrocamera su serramenti in legno. Per sverniciare i manufatti li porto in una ditta specializzata, la quale me li ritorna anche levigati, pronti per essere controllati e riverniciati. Il fatto è che per un paio di volte ho avuto dei problemi in fase di verniciatura, perchè durante l’essiccazione si creavano delle screpolature sempre più profonde nel film. Ho interpellato sia l’azienda che ha eseguito il lavoro di sverniciatura, sia il rappresentante dell’azienda che mi fornisce le vernici, che come sempre si sono rimpallati la responsabilità: chi ci ha rimesso alla fine sono stato io. Dato che utilizzavo la vernice all’acqua di un piccolo rivenditore “imbottigliatore”, mi sono affidato ad una nota marca di vernici e, almeno per il momento, ho risolto il problema. Dopo questa esperienza ho voluto approfondiretecnicamente gli aspetti riguardanti la sverniciatura e ho notato che gli addetti ai lavori non dicono mai come si svolge il processo, trincerandosi dietro ad una sorta di “omertà”, per cui non so come comportarmi nel caso in cui volessi iniziare questo tipo di lavorazione. Mi piacerebbe in particolare sapere quali sostanze si impiegano, se ci sono tecniche particolari, quali sono gli investimenti necessari per le attrezzature e se i prezzi di mercato della sverniciatura sono omogenei a livello nazionale. Non sono particolarmente entusiasta all’idea di dovermi strutturare per questo tipo di operazioni, ma la mia esperienza con i terzisti è stata decisamente negativa, in quanto a fronte di prezzi elevati il fornitore non si prende alcuna responsabilità. Spero di essere stato abbastanza chiaro e mi auguro di avere una vostra pronta risposta, in quanto si tratta di un problema che devo risolvere al più presto, considerando la mole di lavoro già commissionato e la continua crescita del mercato.

Lettera firmata

SVERNICIATORE “FAI DA TE”? AHI, AHI, AHI…

Il problema segnalato dal nostro abbonato è purtroppo molto diffuso, in quanto le operazioni di sverniciatura richiederebbero l’utilizzo di attrezzature e di personale specializzato, un binomio che nel nostro Paese si riscontra raramente. In particolare nella sverniciatura dei serramenti in legno operano “ufficialmente” a livello nazionale meno di dieci aziende, che applicano prezzi che vanno dai 30 ai 60 euro per metro quadrato di superficie da sverniciare. Questa enorme differenza di costo è già un evidente indicatore della diversa qualità dei trattamenti effettuati e della professionalità di chi li effettua, ma in realtà ciò che incide pesantemente sui profitti aziendali è il rispetto delle norme di sicurezza e ambientali; è infatti noto a tutti che esiste una giungla formata da decine (centinaia?) di piccole realtà, che operano al di fuori di qualsiasi regola, con impianti fatiscenti e spesso privi di autorizzazione, grazie alla scarsa “visibilità” che deriva da un’attività esercitata nell’ambito locale (con un mercato che non va oltre i confini provinciali), svolta spesso in nero, in quanto i committenti operano quasi sempre con clienti privati. Non posso affermare che nel caso specifco dell’abbonato il problema sia dovuto all’imperizia dell’azienda di sverniciatura, piuttosto che al prodotto verniciante, in quanto per valutare la causa precisa di un difetto di verniciatura è necessario poter analizzare il pezzo difettoso, la vernice applicata, conoscendo anche il ciclo e i prodotti impiegati per la sverniciatura, nonchè ovviamente il ciclo di verniciatura utilizzato: si tratta di un iter complesso, ma è l’unico modo per dare un giudizio serio e non fare una “chiacchiera da bar”. Naturalmente tutti gli utilizzatori dovrebbero avere il diritto di sapere che tipo di prodotti vengono usati per sverniciare i serramenti che dovranno poi essere riverniciati, ma ciò può essere vincolante per il fornitore solo se, nel momento in cui si stende un ordine, si richiede espressamente di dare precise indicazioni sul ciclo applicato, pena l’addebito dei danni qualora si presentino difetti dovuti alla carenza di informazioni. Di solito chi sve rnicia tende a tenere riservate le proprie tecniche produttive, ma è solo un “segreto di Pulcinella”, in quanto è risaputo che la sostanza base impiegata è il Cloruro di Metilene (Diclorometano), con l’aggiunta di alcune sostanze come i fenoli. Pur rendendomi conto della validità dei motivi che stanno alla base dell’esigenza di chi vorrebbe realizzare autonomamente le operazioni di sverniciatura, mi sento di sconsigliare questa scelta, in quanto l’attrezzatura necessaria per l’impiego di un prodotto altamente nocivo come il Cloruro di Metilene (etichettato Xn e R40 – possibilità di effetti cancerogeni, prove insufficienti) richiederebbe un investimento che solo un’azienda che fa attività per conto terzi potrebbe permettersi. Segnalo ad esempio la necessità di installare vasche di contenimento, che consentano di evitare spargimenti di solventi nel terreno, che provocherebbero conseguenze gravissime qualora vi fossero rotture delle vasche principali, che possono contenere fino a 10.000 litri di prodotto sverniciante (un grammo di prodotto può inquinare 1.000 litri di acqua!). Inoltre, dato che i limiti di emissione in atmosfera per il clorurodi metilene sono ridottissimi (massimo 100 grammi/ora) è necessario che le vasche abbiano coperchi adeguati, ventilazioni in grado di evitare l’avvelenamento dei lavoratori e sistemi di abbattimento dei fumi che, nel caso di grandi impianti, possono costare alcune centinaia di migliaia di euro. Se l’abbonato volesse tentare comunque un’applicazione fatta con metodi approssimativi, andrebbe ad aggiungersi alla schiera, purtroppo numerosa nel nostro Paese, di coloro che, lavorando male e al di fuori delle norme, riescono a commettere una serie di errori che comportano gravi conseguenze a vari livelli: inquinamento dell’ambiente, danno alla salute propria e dei propri collaboratori, elusione delle norme e concorrenza sleale nei confronti di chi ha investito per lavorare in modo corretto. In conclusione riteniamo sia meglio lasciar perdere il “fai da te”, cercando invece di stabilire con i fornitori del servizio di sverniciatura un rapporto contrattuale trasparente, che li responsabilizzi dal punto dei vista dei risultati prestazionali.

Pierluigi Offredi

Rischi per la salute derivati dall’utilizzo del cloruro di metilene (diclorometano) come sverniciante

L’Agenzia Britannica per la Salute e la Sicurezza ha pubblicato una nota informativa sull’utilizzo del diclorometano come sverniciante per il legno. Questo documento appartiene ad una serie preparata dal Woodworking National Interest Group. el numero 19 (revisione) vengono illustrati i rischi per la salute derivanti dall’esposizione al diclorometano e gli obblighi di legge che il datore di lavoro è tenuto ad osservare. Vengono proposte delle soluzioni per evitare o controllare l’esposizione al solvente dei lavoratori che sverniciano manualmente o degli addetti alle vasche d’immersione, ribadendo l’importanza di un sistema di ventilazione efficiente e di metodi di lavoro appropriati. Il documento inoltre specifica i dispositivi di protezione individuali più adatti per gli operatori e suggerisce le iniziative da prendere per evitare che i clienti siano esposti ai rischi derivanti da manufatti sottoposti ad essiccazione inadeguata. Maggiori dettagli sul sito: www.hse.gov.uk/pubns/woodindx.htm