Il Ministero della Salute ha organizzato una riunione con le associazioni di categoria, per definire le modalità di applicazione della nuova regolamentazione che limita l’impiego e il commercio degli sverniciatori a base di Diclorometano. Al “Gruppo Professione Sverniciatore” è stato richiesto di delineare il quadro delle figure professionali e industriali e di elaborare proposte che tutelino il settore e l’ambiente

PREMESSA

In seguito all’incontro svoltosi in data 17 gennaio 2011 presso il Ministero della Salute, in merito alla normativa riguardante le restrizioni di vendita e impiego di sverniciatori a base di cloruro di metilene, ci è stato richiesto di fornire una più dettagliata definizione delle categorie “professionale” e “industriale”, al fine di evitare eventuali elusioni della normativa.
Riteniamo che la descrizione fornita dalla normativa stessa sia calzante ed esaustiva, per cui si può dichiarare sinteticamente che:
operatore professionale è qualsiasi persona fisica o giuridica, compresi lavoratori dipendenti o autonomi, che esegue lavori di sverniciatura nel corso della sua attività professionale al di fuori di un impianto industriale;
attività industriale (operatore industriale) è l’impresa che svolge attività di sverniciatura presso una sede dotata di un impianto caratterizzato dalla lavorazione specifica e caratterizzante l’ambiente di lavoro.
Tuttavia è necessario analizzare il panorama attuale delle attività “professionali”. La norma parla di attività svolta “al di fuori di un impianto industriale”, per cui ci sembra di poter individuare due sottocategorie:
operatori professionali di cantiere, che svolgono la loro attività principalmente all’interno di cantieri e abitazioni private, o comunque al di fuori di una sede fissa;
operatori professionali di “piccole professioni” artigianali quali restauratori, falegnami, decoratori “da bottega” (o attività come carrozzieri e verniciatori) che svolgono attività di sverniciatura presso la loro sede e possono essere dotati di micro-impianti che garantiscono il rispetto delle normative vigenti (rispetto a salute e ambiente), per quantitativi limitati di prodotto impiegato.
Da nostre ricerche ci risulta che entrambe queste sottocategorie professionali impiegano mediamente un quantitativo di sverniciatori a base di DCM che va dai 20 ai 200 kg all’anno. Maggiori consumi sono riscontrabili, e giustificabili, solo nelle cosiddette “applicazioni speciali”, che richiedono un progetto ambientale a monte e tra le quali segnaliamo:
sverniciatura di facciate;
sverniciatura di gallerie,
sverniciatura di serbatoi;
sverniciature nel settore nautico. Per tutte questi motivi si ritiene che, al fine di evitare usi impropri del prodotto, la via più funzionale sarebbe il contingentamento del prodotto stesso, che permetterebbe di soddisfare comunque le esigenze dei professionali provvisti di deroga, ma sarebbe una forma cautelativa per limitare eventuali elusioni della normativa, che comporterebbero un maggior rischio per terzi. Dal contingentamento sarebbero appunto escluse le applicazioni “speciali” sopra citate individuate di per sé da specifiche autorizzazioni di cantiere.

REQUISITI

Il “Patentino professionale” è stato individuato come il mezzo più opportuno per consentire l’approvvigionamento e l’impiego di sverniciatori a base di DCM da parte di operatori professionali che abbiano ottenuto la deroga. Tuttavia la normativa stessa definisce una serie di condizioni che devono essere necessariamente soddisfatte anche all’interno dei cosiddetti impianti industriali perché questi possano impiegare sbDCM. La nostra proposta è quella di definire le caratteristiche di un “attestato” che certifichi l’idoneità degli impianti industriali, in modo da determinare nel modo più chiaro possibile l’appartenenza di un’impresa alla categoria “professionale” o “industriale”, e ancor più nello specifico “industriale autorizzato” e “industriale non autorizzato”. Riportiamo e integriamo di seguito i parametri proposti nel documento redatto dalla società Flashpoint, relativamente agli operatori professionali, e quelli individuati dalla normativa stessa relativamente alle attività industriali.

Requisiti operatore professionale per richiesta deroga

Attività di cantieristica svolta al di fuori di un impianto industriale o svolta in sede secondo parametri di legge (vedi piccole professioni).
Adeguate competenze certificate per mezzo di un patentino rilasciato in base alla frequenza di appositi corsi di formazione organizzati da soggetti preposti e accreditati presso enti regionali e ministero.
Adeguata aerazione dei locali (si vedano parametri dei ricambi orari) o impiego di respiratori indipendenti, da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti.
Impiego di tute in Tyvec, da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti.
Protezione occhi e vie respiratorie per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti. Impiego di guanti protettivi a base di fluoro elastomeri (o caucciù naturale), dotati di “salva goccia” e sottoguanto di cotone, da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti.
Eventuale impiego di aspiratori mobili a carboni attivi.

Requisiti impiantistici e ambientali per attestazione di attività industriale

Efficace aerazione in tutte le zone di lavorazione, in particolare quelle per il trattamento a umido e l’essiccazione degli articoli sverniciati. In particolare, aerazione locale per estrazione presso le vasche di sverniciatura, integrata da aerazione forzata in tali zone, al fine di ridurre al minimo l’esposizione e di ottemperare, ove tecnicamente possibile, ai pertinenti limiti di esposizione professionale.
Messa in atto di misure volte a ridurre al minimo l’evaporazione dalle vasche di sverniciatura, comprendenti: coperchi per coprire le vasche di sverniciatura, eccetto durante il carico e lo scarico; dispositivi adeguati di carico e scarico per le vasche di sverniciatura; vasche di sverniciatura con acqua o acqua salata per rimuovere l’eccesso di solvente dopo lo scarico.
Messa in atto di misure per la manipolazione in condizioni di sicurezza del diclorometano nelle vasche di sverniciatura, comprendenti: pompe e tubazioni per trasferire gli svernicianti nelle e dalle vasche di sverniciatura; disposizioni adeguate per la pulitura delle vasche e la rimozione dei residui in condizioni di sicurezza.
Messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale conformi alla direttiva 89/686/CEE comprendenti: guanti protettivi adeguati, sottoguanti in cotone, occhiali di sicurezza e indumenti protettivi; adeguati dispositivi di protezione delle vie respiratorie, qualora non possa essere altrimenti conseguita l’osservanza dei pertinenti limiti di esposizione professionale.
Messa a disposizione degli operatori di informazioni, istruzioni e formazione adeguate rispetto all’uso di tali dispositivi.

FORMAZIONE

Una fase fondamentale all’interno di questo percorso professionale sarà senza dubbio la formazione che, nel caso degli operatori professionali sarà finalizzata al conseguimento del cosiddetto “patentino”, che permetterà loro di acquistare e impiegare sverniciatori a base di DCM e/o DCM puro. Allo stesso modo dovrebbe a nostro avviso essere riconosciuta da una sorta di “attestato” anche l’attività industriale, così da favorirne una più semplice individuazione.
La formazione dovrebbe pertanto essere svolta su due livelli:
a) operatore professionale;
b) operatore industriale.

Operatore professionale

Gli argomenti da affrontare dovrebbero essere i seguenti.
Proprietà chimiche e chimico-fisiche del DCM.
Usi ed applicazioni del DCM.
Uso del DCM per operazioni di sverniciatura.
Pericoli derivanti dall’uso degli sbDCM.
Valutazione del rischio connesso con gli usi degli sbDCM.
Dati epidemiologici associati con sbDCM.
Controlli sull’uso e sull’esposizione al DCM.
Controlli sulle specifiche di prodotto (uso di “vapour retardant”).
Sistemi di controllo ingegneristico.
Uso di RPE.
Uso di guanti protettivi.
Tecniche e sostanze alternative a sbDCM.
RMM raccomandate.
Manipolazione, gestione, trasporto, stoccaggio e smaltimento rifiuti prodotti da attività di sverniciatura.
Preparazione e adeguamento del cantiere alle attività di sverniciatura.
Aspetti ambientali relativi ad aria, acqua, suolo e rifiuti prodotti.
Tutela del consumatore.

Operatore industriale

Gli argomenti da affrontare dovrebbero essere i seguenti.
Proprietà chimiche e chimico-fisiche del DCM.
Usi ed applicazioni del DCM.
Uso del DCM per operazioni di sverniciatura.
Pericoli dall’uso degli sbDCM.
Valutazione del rischio connesso con gli usi degli sbDCM.
Dati epidemiologici associati con sbDCM.
Controlli sull’uso e sull’esposizione al DCM.
Controlli sulle specifiche di prodotto (uso di “vapour retardant”).
Sistemi di controllo ingegneristico.
Uso di RPE.
Uso di guanti protettivi.
Tecniche e sostanze alternative a sbDCM.
RMM raccomandate.
Diverse tecniche di sverniciatura a base di DCM (vasche-cabina-doccia-banco).
Caratteristiche impianto specifico ed efficiente.
Aspetti ambientali connessi all’impiantistica relativamente ad aria acqua, suolo e rifiuti.
Tutela del consumatore.

NOTE

Riportiamo di seguito alcune questioni che ci risultano essere ancora aperte.
Approvvigionamento DCM puro In tutta la normativa si parla sempre e solo di “prodotti svernicianti a base di cloruro di metilene”, senza alcun cenno al prodotto puro, che ad oggi ci risulta possa essere liberamente venduto dai produttori senza vincoli di quantità o di professione del richiedente, e che può essere facilmente integrato con additivi sfusi.
Riconoscibilità impianti industriali autorizzati –> Una volta ricevuta l’attestato d’idoneità impiantistica come saranno rese riconoscibili tali attività industriali? Attraverso pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale? Oi produttori stessi avranno un elenco di attività accreditate alle quali possono vendere sbDCM o DCM puro?
Dipendenti operatori professionali Ci risulta poco chiara la questione dei dipendenti degli operatori professionali provvisti di deroga. Il patentino sarà nominale, o una volta ottenuto dall’operatore professionale titolare dell’attività, sarà per così dire “cedibile” ai dipendenti che potranno impiegare sbDCM anche senza una formazione specifica e mirata?

Trasporto rifiuti

Nella normative e nei relativi documenti non viene mai trattato il tema della gestione, della manipolazione e dello smaltimento dei rifiuti prodotti da attività di sverniciatura a base di DCM, svolta presso cantiere da operatori professionali.

CONCLUSIONI

Con il presente documento abbiamo tentato di rispondere nel modo più esauriente alla richiesta del Ministero della Salute, facendo anche una fotografia del panorama attuale del settore, sottolineandone l’importanza della professionalizzazione, in quanto riteniamo che la salute dell’operatore passi attraverso la qualifica della sua professione.

Gruppo Professione Sverniciatore