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La pericolosità del fenomeno richiede l’impegno da parte di tutti gli operatori del settore. Per comprendere le reali dimensioni di un mercato dilagante é stata promossa una campagna di rilevazione a livello nazionale

Molte aziende stanno verificando la possibilità di percorrere la strada delle vernici “alternative” rispetto a quelle a solvente. Tuttavia l’utilizzo di prodotti ad alto solido, UV o all’acqua non è sempre accettato o accettabile (a seconda dei punti di vista), per svariate ragioni. La strada “solvente” è effettivamente difficilmente abbandonabile senza il rischio di possibili ripercussioni negative, di ordine sia tecnico che estetico, a carico delle superfici verniciate. Lo stato dei prodotti a solvente riflette infatti una situazione ampiamente consolidata e sulla quale i produttori di vernici italiani possono vantare un primato ed un’esperienza difficilmente eguagliabili. La ricerca sta compiendo notevoli passi, ma l’utilizzo di prodotti a solvente è comunque ancora molto elevato (oltre il 95% del mercato).

LA PERICOLOSITÀ DEI SOLVENTI

Senza entrare nel dettaglio delle possibili ambiguità delle leggi che regolano la materia delle emissioni in atmosfera (vedi analisi del Carbonio Organico Totale), è comunque possibile affermare che non tutti i solventi sono pericolosi per l’ambiente allo stesso modo, anzi le differenze tra uno e l’altro possono anche essere significative. La prossima Direttiva dell’ Unione Europea sulle emissioni sarà indirizzata, nei criteri generali, verso il principio dell’utilizzo dei prodotti a minor impatto ambientale. Lo stesso D.P.R. 203 suddivide i solventi in 5 classi partendo dalla classe 1 (sostanze più pericolose) fino alla classe 5 (sostanze meno pericolose). Un primo semplice passo verso un approccio di maggior sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali potrebbe quindi riguardare proprio la scelta dei solventi da utilizzare nelle operazioni di verniciatura.

 

TRA IL DIRE E IL FARE …

Diverse aziende produttrici di vernici e diluenti segnalano di utilizzare nella preparazione dei propri prodotti solo solventi appartenenti alle classi meno pericolose. Tuttavia, i frequenti sbalzi di costo delle materie prime, spingono il mercato verso l’impiego di prodotti a costi ridotti la cui composizione è spesso quella di un cosiddetto “riciclato”. Sulla base dei risultati delle analisi eseguite nel corso del 1996, circa 300, è stata rilevata l’incidenza statistica della presenza di solventi appartenenti alla categoria più bassa, la 2 (secondo il D.P.R. 203).

In particolare è stata valutata la presenza di Cellosolve (8,6% dei casi) e Cellosolve acetato (30 dei casi), solventi riconosciuti teratogeni.

Le analisi eseguite dimostrano la presenza certamente molto diffusa di prodotti contenenti sostanze in classe 2.

LA SCHEDA DI SICUREZZA

Sulla base di quanto sopra descritto é importante sottolineare che la conoscenza delle caratteristiche dei prodotti vernicianti o diluenti impiegati dovrebbe rappresentare un elemento fondamentale per ogni tipo di scelta o valutazione. E’ bene ricordare infatti che diversi diluenti analizzati, oltre a problematiche di tipo ecologico, non sono risultati tecnicamente adatti agli scopi di impiego previsti. Le schede di sicurezza dei prodotti vernicianti e solventi, o comunque una conoscenza approfondita di tali prodotti, dovrebbero pertanto rappresentare sempre di più degli elementi e dei criteri di valutazione e di scelta.

UN OSSERVATORIO SUI “DILUENTI TRUCCATI”

Arcobalegno ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul problema dei diluenti “truccati”. Stiamo raccogliendo dati sulla diffusione qualitativa e quantitativa di tali prodotti sul territorio nazionale, per cui invitiamo tutti coloro che disponessero di dati sull’argomento a inviarli alla nostra redazione.

CONCLUSIONI

Inoltre, le analisi effettuate da Arcobalegno sui diluenti “sospetti” inviati dai lettori di “Professione Verniciatore”, hanno confermato la presenza di alcooli, acqua e solventi clorurati non dichiarati nella scheda di sicurezza dei prodotti, sostanze che mettono a rischio sia la salute degli operatori, sia il risultato estetico della verniciatura.