Serramenti Freddato

L’azienda piemontese fa parte del ”Gruppo Professione Sverniciatore”, che raccoglie le aziende più qualificate che svolgono lavorazioni di sverniciatura conto terzi

a cura della Redazione

PREMESSA

Nel timore di spese onerose, o non ben sapendo dove rivolgersi, vecchi serramenti, porte, mobili, sono spesso lasciati all’;abbandono o addirittura rottamati. Invece è possibile rimediare, risparmiando tempo e denaro, utilizzando professionisti come la Falegnameria Freddato, che vanta un’;esperienza di 60 anni nel campo del restauro ed è in grado di sverniciare ogni tipo di legno, riparare o sostituire ai manufatti originali eventuali parti lignee ammalorate, correggerne i difetti funzionali, installare vetrate isolanti, oppure rifare ogni tipo di serramento. Per ogni articolo lavorato è prevista l’;impregnazione con un impregnante protettivo, operazione effettuata per mezzo di un’;autoclave sottovuoto, in modo da permettere un’adeguata penetrazione del prodotto all’interno del legno. Le fasi di verniciatura possono essere realizzate con tinte trasparenti o colorate. Tutta la ferramenta viene revisionata, ingrassata, lucidata e verniciata. Le parti lignee fisse (telai, chiambrane ecc.) vengono restaurate nella sede originale e i serramenti così “rimessi a nuovo” vengono infine riposizionati e collaudati.

FALEGNAMERIA

Una volta arrivato nel reparto di falegnameria, il serramento viene accuratamente ripristinato in tutte le sue componenti. Eventuali parti lignee ammalorate vengono sostituite con l’utilizzo della specie legnosa originale. Le unioni del legname vengono rafforzate con l’apposizione di nuovi cavicchi o viti di legno. Per aumentare il livello di tenuta termica dell’infisso è possibile l’installazione di nuove vetrate isolanti. Se necessario può essere effettuato ogni tipo di ridimensionamento per un nuovo adattamento del manufatto.

LOGISTICA

Il ciclo di lavorazione completo è comprensivo del prelievo (con la possibilità di protezione dell’apertura con l’esterno, per mezzo dell’installazione provvisoria di un adeguato sistema antintrusione), della lavorazione delle parti fisse (sverniciatura, riparazione e verniciatura) da effettuarsi in loco e, una volta che il restauro del serramento è completato, del riposizionamento dello stesso. Il servizio si conclude con il collaudo, operazione che permette di garantire il lavoro compiuto a regola d’arte.

SVERNICIATURA

Dopo aver smontato la ferramenta, che viene lucidata manualmente, si attua la sverniciatura del serramento, operazione che consente di raggiungere il vivo della specie legnosa, eliminando i precedenti strati di vernice. Tale procedimento viene eseguito per mezzo di solventi clorurati ad alta evaporazione. Dopo la rimozione dei residui di tale lavorazione, viene effettuata, se necessaria, la schiaritura del legno, mediante acido ossalico. Si procede poi alla carteggiatura, un’operazione fondamentale, in quanto dalla qualità con cui viene realizzata dipenderà molto il risultato e la qualità della successiva verniciatura.

VERNICIATURA

La prima fase prevede l’impregnazione del serramento con un prodotto antitarlo e fungicida, mediante un sistema sottovuoto. Preparata una base sicura su cui intervenire, si passa alla stesura di più mani di finitura. La committenza può scegliere tra una vasta gamma di smalti colorati o impregnanti, con l’ausilio di apposite cartelle colori. Il prodotto scelto può essere applicato, in base alla natura del manufatto da trattare, a pennello o a spruzzo. Alla ferramenta viene applicata vernice antiruggine trasparente o colorata.

IL GRUPPO PROFESSIONE SVERNICIATORE

L’unione delle aziende che svolgono lavorazioni di sverniciatura conto terzi, consente agli operatori del settore di avere un organismo di rappresentanza tecnico e istituzionale.

OBBIETTIVI

Il mercato della sverniciatura conto terzi è caratterizzato da 3 esigenze coincidenti:

  • i terzisti più qualificati sentono il bisogno di differenziarsi rispetto alla concorrenza;
  • gli utilizzatori sentono il bisogno di avere indicazioni e informazioni che consentano di affidare i propri manufatti ad aziende che svolgono l’attività di sverniciatura in modo affidabile, date le frequenti contestazioni;
  • gli Enti pubblici (Regioni, Province, ARPA, ASL), sentono il bisogno di interlocutori tecnici seri e preparati, sia per creare nuove norme legislative concretamente applicabili, sia per autorizzare gli impianti secondo logiche razionali e legate alla realtà produttiva del settore della sverniciatura.L’obbiettivo principale di ”Professione Sverniciatore” è quello di costruire un gruppo di aziende selezionate e con interessi comuni che possa svolgere un’azione informativa, tecnica e promozionale tipica dei ”gruppi di pressione” ed in particolare:
  • mantenere un costante confronto con gli Enti pubblici;
  • stabilire funzioni di rappresentanza nei diversi tavoli istituzionali privati (Enti e associazioni);
  • stabilire procedure di lavoro che consentano di raggiungere risultati prestazionali e ambientali ottimali;
  • promuovere la conoscenza dei processi di sverniciatura.
    INIZIATIVE

    L’attività del gruppo prevede:

  • la realizzazione di periodici momenti di consultazione tra gli aderenti, al fine di concertare posizioni comuni e di chiarire eventuali problemi tecnici, legislativi e commerciali;
  • la promozione di incontri tra sverniciatori, utilizzatori ed Enti pubblici e privati, sia a livello generale, sia a livello interassociativo, per approfondire le tematiche legislative e tecniche;
  • la realizzare di strumenti informativi rivolti agli operatori del settore pubblici e privati.
PARTECIPAZIONE AL GRUPPO DI LAVORO PRESSO IL MINISTERO DELLA SALUTE

”Professione Sverniciatore” fa parte del Gruppo di lavoro convocato dal Ministero della Salute per l’applicazione della nuova normativa europea relativa alle restrizioni di commercio e impiego di sverniciatori a base di Cloruro di Metilene (Regolamento 455/2009/CE). Si sono svolti vari incontri a Roma, presso il Ministero, che ha visto la partecipazione di tutte le associazioni di categoria interessate, in cui è stata presentata la posizione delle aziende che sverniciano per conto terzi.

UN’OCCASIONE PER FARE PULIZIA

Le restrizioni di commercio e di impiego degli sverniciatori a base di Diclorometano, comunemente definito Cloruro di Metilene, rappresentano un’occasione importante per riportare il settore nella legalità. Il prodotto è attualmente il componente principale impiegato nelle attività di sverniciatura di manufatti in legno, connotate da un’utilità sociale che ne ha permesso nel tempo una continuità e un affinamento tecnico e qualitativo, sebbene spesso collaterale ad altre attività quali la falegnameria e la verniciatura; solo negli ultimi anni infatti essa è diventata un vero e proprio mestiere specifico, con un quantitativo medio annuo di 5-600.000 m2 di superfici sverniciate (stima per nord e centro Italia).

UN SOTTOBOSCO DA ELIMINARE

Ad oggi tuttavia il panorama del centro e nord Italia vede non più di una decina di aziende strutturate impiantisticamente per operare a livello industriale come terzisti di sverniciatura (peraltro con scelte e risultati tecnici diversi), alle quali si affianca un sottobosco di utilizzatori non sempre ben individuabili, attrezzati per svolgere internamente lavori di sverniciatura occasionali a supporto della loro principale attività (quale la verniciatura o la falegnameria). A questa categoria sono riconducibili circa un’ottantina di realtà artigianali, tra falegnami, verniciatori eccetera, ma ancor più pericoloso e meno definibile è il numero degli sverniciatori improvvisati o per così dire ”fai-date” (circa trecento). Tale polverizzazione dell’attività sul territorio è dovuta da un lato alla forte richiesta del mercato, dall’altro alla semplicità della lavorazione da eseguire, per la quale bastano una tinozza e un’idropulitrice con cui improvvisarsi sverniciatori all’occorrenza. Questo naturalmente avviene a discapito della salute degli operatori, della tutela dell’ambiente e della qualità del risultato, che richiede non solo competenze specifiche, ma anche quantitativi di lavoro che ne garantiscano una continuità produttiva a supporto di un’impiantistica che, quando è adeguata alle necessità tecniche e alle esigenze di sicurezza degli operatori e della salvaguardia ambientale, è complessa e costosa. La complessità degli impianti di sverniciatura è dovuta innanzitutto proprio alla mancanza di impianti specifici, tanto che quelli esistenti derivano per la maggior parte da impianti costruiti sulla base dell’esperienza e della ”creatività” delle singole imprese. Gli stessi tecnici si trovano spesso in difficoltà nel progettare e proporre prototipi impiantistici soddisfacenti e realmente compatibili con le esigenze della professione.

L’OCCASIONE DEL REGOLAMENTO EUROPEO

Questa premessa vuole sottolineare la complessità della gestione di un’attività come la sverniciatura conto terzi e l’alto livello professionale che essa richiede. La nuova normativa europea è stata per il Gruppo ”Professione Sverniciatore” un utile e stimolante spunto di riflessione e approfondimento relativo all’attività. E’ fondamentale disciplinare l’ambito industriale, che per essere autorizzato ad acquistare e impiegare un prodotto come il Cloruro di Metilene dovrebbe dimostrare di essere dotato di requisiti di efficienza ed efficacia che garantiscano il rispetto delle norme ambientali vigenti relativamente ad aria, acqua, suolo e sicurezza. Alcuni dati di consumo possono essere utili ad avere una visione più completa del servizio di sverniciatura. Si stima che ogni anno vengano prodotti a livello nazionale 1.800 tonnellate di sverniciatori a base di cloruro di metilene, alle quali va aggiunta una percentuale non ben definibile di prodotto tecnico distillato dagli esausti del settore farmaceutico (fonte ETVAREAD). La conseguenza diretta di questo consistente impiego del prodotto è la produzione di rifiuti pericolosi e tossico-nocivi, oltre ad acque di lavaggio e materiali assorbenti contaminati: si può dire che per ogni metro quadro di superficie sverniciata vengano prodotti mediamente 2/3 kg di rifiuti e impiegati circa 100 litri di acqua. Un altro dato rilevante è la produzione italiana di serramenti nuovi, stimata in 8.800.000 unità di finestre (fonte Legno Finestra Italia) pari a circa 16.000.000 di m2 di superfici che richiederanno entro i prossimi 15 anni interventi di manutenzione straordinaria (quindi sverniciatura) con conseguente produzione di relativi rifiuti. Ne deriva la considerazione che ad oggi le problematiche che un’azienda di sverniciatura conto terzi si trova ad affrontare possono essere assimilate a quelle di un servizio di smaltimento rifiuti.

REQUISITI PER L’ATTIVITA’ DI SVERNICIATURA CONTO TERZI

Il ”Patentino professionale” e l’attestato industriale rappresentano il mezzo più opportuno per consentire l’approvvigionamento e l’impiego di sverniciatori a base di Cloruro di Metilene da parte di operatori professionali qualificati. E’ importante però definire una serie di condizioni che devono essere necessariamente soddisfatte all’interno degli impianti industriali perché questi possano impiegare Cloruro di Metilene. Un ”attestato” avrebbe quindi la funzione di certificare l’idoneità degli impianti industriali in modo da determinare nel modo più chiaro possibile l’appartenenza di un’impresa alla categoria ”professionale” o ”industriale”, e ancor più nello specifico ”industriale autorizzato” e ”industriale non autorizzato”.

Requisiti operatore professionale

Gli operatori professionali sono quelli che svolgono attività di cantieristica al di fuori di un impianto industriale o in altra sede secondo parametri di legge (vedi piccole professioni). Per questo tipo di attività è necessario dimostrare di possedere competenze certificate per mezzo di un patentino, ottenuto in appositi corsi di formazione organizzati da soggetti preposti e accreditati presso enti regionali e ministero.
I requisiti principali sono i seguenti:

  • adeguata aerazione dei locali (si vedano parametri dei ricambi orari) o impiego di respiratori indipendenti da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti;
  • impiego di tute in Tyvec, da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti;
  • protezione occhi e vie respiratorie per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti;
  • impiego di guanti protettivi a base di fluoro elastomeri (o caucciù naturale), dotati di ”salva goccia” e sottoguanto di cotone, da indossare per l’intera durata dell’attività di sverniciatura, nella manipolazione dello sverniciatore e nella manipolazione dei rifiuti prodotti;
  • eventuale impiego di aspiratori mobili a carboni attivi.
    Requisiti impiantistici e ambientali per attestazione come ”industriale”
  • I requisiti principali sono i seguenti:
  • efficace aerazione in tutte le zone di lavorazione, in particolare quelle per il trattamento a umido e l’essiccazione degli articoli sverniciati (aerazione locale per estrazione presso le vasche di sverniciatura, integrata da aerazione forzata in tali zone, al fine di ridurre ala minimo l’esposizione e di ottemperare, ove tecnicamente possibile, ai pertinenti limiti di esposizione professionale);
  • messa in atto di misure volte a ridurre al minimo l’evaporazione dalle vasche di sverniciatura, comprendenti (coperchi per coprire le vasche di sverniciatura eccetto durante il carico e lo scarico; dispositivi adeguati di carico e scarico per le vasche di sverniciatura; vasche di sverniciatura con acqua o acqua salata per rimuovere l’eccesso di solvente dopo lo scarico);
    • messa in atto di misure per la manipolazione in condizioni di sicurezza del diclorometano nelle vasche di sverniciatura, comprendenti pompe e tubazioni per trasferire gli svernicianti nelle e dalle vasche di sverniciatura e disposizioni adeguate per la pulitura delle vasche e la rimozione dei residui in condizioni di sicurezza;
    • messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale conformi alla direttiva 89/686/ CEE comprendenti guanti protettivi adeguati, sottoguanti in cotone, occhiali di sicurezza e indumenti protettivi, adeguati dispositivi di protezione delle vie respiratorie qualora non possa essere altrimenti conseguita l’osservanza dei pertinenti limiti di esposizione professionale;
    • essa a disposizione degli operatori di informazioni, istruzioni e formazione adeguate rispetto all’uso di tali dispositivi.
FORMAZIONE

Una fase fondamentale all’interno di questo percorso professionale è senza dubbio quella della formazione che, se nel caso degli professionali è finalizzata al conseguimento del cosiddetto ˜patentino” che permette loro di acquistare e impiegare sverniciatori a base di DCM e/o DCM puro, deve essere riconosciuta da una sorta di ”attestato” anche nel caso di realtà industriale, così da favorirne una più semplice individuazione. La formazione deve pertanto essere svolta su due livelli: a) operatore professionale; b) operatore industriale.

Operatore professionale

II temi principali della formazione sono i seguenti:

  • proprietà chimiche e chimicofisiche del Cloruro di Metilene;
  • usi ed applicazioni del Cloruro di Metilene;
  • uso del Cloruro di Metilene per operazioni di sverniciatura;
  • pericoli derivanti dall’uso degli Cloruro di Metilene;
  • valutazione del rischio connesso con gli usi degli Cloruro di Metilene;
  • dati epidemiologici associati con Cloruro di Metilene;
  • controlli sull’uso e sull’esposizione al Cloruro di Metilene;
  • controlli sulle specifiche di prodotto (uso di ”vapour retardant”);
  • sistemi di controllo ingegneristico;
  • uso di RPE;
  • uso di guanti protettivi;
  • tecniche e sostanze alternative a Cloruro di Metilene;
  • RMM raccomandate;
  • manipolazione, gestione, trasporto, stoccaggio e smaltimento rifiuti prodotti da attività di sverniciatura;
  • preparazione e adeguamento cantiere ad attività di sverniciatura;
  • aspetti ambientali relativi ad aria, acqua, suolo e rifiuti prodotti;
  • tutela del consumatore.
    Operatore industriale
  • proprietà chimiche e chimicofisiche del Cloruro di Metilene;
  • usi ed applicazioni del Cloruro di Metilene;
  • uso del Cloruro di Metilene per operazioni di sverniciatura;
  • pericoli derivanti dall’uso degli Cloruro di Metilene;
  • valutazione del rischio connesso con gli usi degli Cloruro di Metilene;
  • dati epidemiologici associati con Cloruro di Metilene;
  • controlli sull’uso e sull’esposizione al Cloruro di Metilene;
  • controlli sulle specifiche di prodotto (uso di ”vapour retardant”);
  • sistemi di controllo ingegneristico;
  • uso di RPE;
  • uso di guanti protettivi;
  • tecniche e sostanze alternative a Cloruro di Metilene;
  • RMM raccomandate;
  • diverse tecniche di sverniciatura a base di Cloruro di Metilene (vasche-cabina-doccia-banco);
  • caratteristiche impianto specifico ed efficiente;
  • aspetti ambientali connessi all’impiantistica relativamente ad aria acqua, suolo e rifiuti;
  • tutela del consumatore.